Le acque sono le stesse, quelle scalmanate e deserte dell'Atlantico. Il cielo, bontà sua, è lo  stesso. Setúbal e le Isole Canarie, il Portogallo e la Spagna insulare: due angoli dell'estremo  occidente d'Europa, due teatri in cui i sogni possono essere gemelli. Soprattutto se seguono  l'algebrica precisione rotolante di un pallone. José Mourinho di sogni ne aveva molti, appuntati  come medaglie da lucidare sulla tuta da allenatore. Molti li ha già realizzati, in attesa dei  prossimi. Juan José Armas Marcelo, invece, i sogni li ha cambiati strada facendo, come chi si  accorge allo specchio che gli dona più il cappotto del blazer. Uno fa il tecnico di professione,  l'altro è stato un giovane calciatore, ha chiesto il cambio e si è seduto sulla panchina della  letteratura. Entrambi raccontano un capitolo della storia immensa della squadra di calcio più  forte d'Europa, il Real Madrid.
 A pochi giorni dal "clasico", la sfida tra le Merengues e il Barcellona campione di Spagna (si  giocherà lunedì sera), sfogliare un libro può sembrare un «allenamento» assurdo come palleggiare  al cinema. Questione di prospettive, errore in cui si cade se si guarda al calcio con l'anima  disidratata dalla tv e dai milioni di euro spesi dal presidentisimo Florentino Perez. Per chi  invece a Sky preferisce il cielo incorniciato dalla panza de burro, le nuvole del basso  Atlantico tipiche di Gran Canaria, leggere Il sogno del calciatore adolescente di Armas Marcelo  (edizioni 66thand2nd, 224 pp., 15 euro) potrà essere un buon viatico (nostalgico) alla sfida  Real-Barça.
 Già, perché Armas Marcelo, che nella squadra riserve del Real Madrid giocò da ragazzo prima di  dedicarsi alla scrittura, riesce a raccontare l'anima più candida - blanca - del Real Madrid. Quella che gli ultimi decenni di plutocrazia calcistica a colpi di calciomercato arrogante hanno  offuscato ma mai cancellato. Quella che Mourinho riflette solo in parte, nell'innata propensione  a vincere ma non nello stile sobrio e nobile. Il Real Madrid che racconta Armas Marcelo è un  topos classico, un equipaggio da poema omerico, un luogo dell'anima. È l'apice del sogno di ogni  ragazzino che trova nel calcio «la sua educazione sentimentale ed estetica», che si cimenta con  «le prime regole dell'esistenza». È il Real del Rubio Di Stefano, del genio paffutello di  Puskas, dello stadio Santiago Bernabeu venerato come il Valhalla da ogni calciatore adolescente  È il Real cantato anche da Javier Marías in Selvaggi e sentimentali, il Real che aiutò la Spagna  franchista a «vendicarsi» dei nemici a colpi di Coppe e a spezzare l'isolamento entrando in  Europa, il Real di Butragueño, il Real che copre col suo bianco le ombre del dubbio, «la droga  in cui si perdono anni irrecuperabili».
 Lo stesso dubbio che - infine - fece arenare il giovane Armas Marcelo alle porte del sogno. «Forse perché non sognammo abbastanza», spiega con una lieve malinconia mentre ricorda quegli  anni in cui - come da titolo originale del libro - éramos los mejores. Le partite con la colonna  sonora di Wagner nel collegio dei gesuiti a Las Palmas di Gran Canaria, all'estrema periferia  della Spagna, diventano immagini brillanti come il cielo d'Africa. Su campi disastrati ragazzini  scalzi stanno in bilico «tra l'inferno dell'emarginazione e il purgatorio di un calcio acerbo  portato nei piedi e nella testa». La parabola è universale, scorre da Bari vecchia a Belfast  fino al largo del Marocco. Un libro di ricordi seppiati, di delusioni in erba, di speranze  infinite. Armas Marcelo conosce il calcio e lo sa raccontare, dal rigore di Pancho Gomez allo  stadio Fedora, dove riecheggiano Osvaldo Soriano e Peter Handke, alla grande umanità con cui  tratteggia i suoi compagni di sogno, dal guercio "Cholas" al trio meraviglia dell'Union  Deportiva Tonono-Guedes-Devora.
 In questa semplicità genuina, Il sogno di un calciatore adolescente ha la sua miglior qualità. Neppure qualche inevitabile inciampo nella retorica della narrazione sportiva ne sminuisce il  respiro. Respiro non soffocato da inutile sociologia, da quello storicismo serioso che spesso  inzacchera il calcio quando sullo sfondo si agitano regimi, intrighi politici ed ansie di  autonomia.
Quella faccia del Real Madrid che non ha il broncio di Mourinho
In libreria «Il sogno del calciatore adolescente», (66thand2nd edizioni) di Juan José Armas Marcelo. La storia di un giovane che dalle Isole Canarie sogna di giocare nel mitico Real di Puskas e Di Stefano: la parabola universale di ogni ragazzo alla perenne rincorsa del pallone
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