Mentre cena al ristorante e aspetta che il cameriere arrivi con le ultime portate, Viola sinfila lentamente la giacca, prima un braccio poi laltro, mette sul tavolo la sua parte di conto e se ne va per sempre dopo aver detto alluomo che lama una sola parola: «dimenticami». Non ci sono stati litigi, non conosciamo antecedenti che giustifichino questo abbandono ma sulloblio imposto dalla donna con decisione irremovibile Elena Loewenthal ha costruito il suo nuovo romanzo, Dimenticami (Bompiani, pagg. 333, euro 16,50), la storia di un abbandono che Alberto, mollato a tavola fra il secondo e il dessert, non riesce a capire e, soprattutto, non riuscirà mai a dimenticare, ossessionato dal ricordo di tre anni di passione.
Viola, la vera protagonista del libro, riapparirà in prima persona soltanto nellultimo capitolo, ma la sua presenza continuerà a vivere, indimenticabile, nei pensieri e nelle azioni delluomo che continua ad amarla. La Loewenthal infatti - più che la storia di un amore finito male come ce ne sono tante - sembra impegnata a dimostrare la forza invincibile della memoria e il suo continuo proliferare e risorgere nei piccoli particolari. Studiosa di tematiche ebraiche, e autrice di importanti lavori su tale argomento, anche in questo romanzo, del tutto nuovo rispetto alla sua produzione, la scrittrice ha forse voluto ricordare, in modo indiretto, che certe memorie hanno in se stesse limpossibilità di essere cancellate.
La drastica ingiunzione di Viola, «dimenticami», si rivela infatti impossibile anche se Alberto, passivamente ubbidiente, non farà mai niente per ritrovarla. Resterà vittima dei ricordi - soprattutto della voce di lei - e limmaginaria presenza di Viola continuerà ad intrecciarsi con le sue esperienze, con il tentativo di nuovi incontri sessuali, con il continuo rievocare il suo amore con la sorella, gli amici, gli zii Teo e Rita, personaggi, questi, che offrono nuovi sfondi alla storia. Persino un casello dautostrada, con landirivieni notturno delle macchine in transito, offre allinnamorato loccasione per confidare a unamica (la casellante) la sua sconfitta amorosa. E sì che lamata, come continua a vivere nel ricordo di Alberto, non è affatto bellissima ma soltanto carina, con qualche imperfezione evidente che forse aumenta il suo fascino.
Benché la storia sia tutta incentrata sullinnamorato, con mutamenti di scena e con un accumulo a volte eccessivo di piccoli particolari, Viola torna a rivendicare il suo ruolo di vera protagonista nellultimo capitolo. Che cosa è accaduto fra i due? Quando e come è finito lamore? Forse, ma non ne siamo sicuri, la causa di tutto è un particolare che la donna rievoca: «vediamo se a un certo punto mi chiede che hai Viola stasera? perché ce lho di sicuro la faccia di una che ha qualcosa stasera».
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