Ma perché nessuno parla della P3 di sinistra? Paganelli- Piccini-Pronzato: in fondo potrebbe essere anche un acronimo perfetto. Perché nessuno ha ancora coniato l’M2, Morichini-Marini? Perché nessuno fa dell’ironia sulla Katiuscia con o senza la kappa, zarina dell’Umbria e del jazz con accompagnamento musicale di mazzetta? Perché nessuno riempie paginate solfeggiando sullo swing tangentaro dei bersaniani? Perché se gli uomini di Luigi (Bisignani) si telefonano fra loro sono una loggia segreta e se quelli di Pier Luigi (Bersani) si scambiano denari e favori, invece, sono casi isolati di compagni che sbagliano? Perché Travaglio non si è ancora scatenato contro la rete del malaffare che sfiora i vertici dei Democratici? Perché i suoi amici republicones con le manette sempre in mano non hanno ancora aperto il giornale con uno di quei loro tipici titoloni cubitali: «Le trame segrete del Pd»?
Evidentemente sono distratti. Per dirla con il segretario democratico saranno impegnati a smacchiare la pelle del giaguaro. Orco boia, ragassi , magari staranno pure facendo la ceretta allo yeti. Magari staranno pure mettendo i pannelli fotovoltaici alle lucciole. Che volete fare? Da qualche tempo Bersani ha scoperto il sarcasmo. Ma anche il sarcasmo funziona come l’albero di Natale:s’accende a intermittenza. E, guarda un po’, non c’è nessuno che abbia voglia di ridere, di scherzare e nemmeno di affondare il coltello sulla corruzione in salsa democratica. D’Avanzo, dove sei? Ezio Mauro perché non ti scandalizzi? Padellaro sei appisolato? Persino Travaglio, per dire, sembra aver perso un po’ di smalto. Si capisce: uno passa tutto l’anno a denunciare le P3, le P4, le cricche, le strutture Delta e le altre presunte organizzazioni del malaffare del centrodestra. Poi arriva l’organizzazione del malaffare della sinistra che è perfin più che presunta: è reo confessa, palese, manifesta. E Marcolino Tuttomanette che fa? Sparisce. Si dilegua. Tace. Forse è già in vacanza. Magari a smacchiare pure lui la pelle del giaguaro.
Non che le notizie non siano pubblicate, per l’amor del cielo. Un articoletto qui, un trafiletto là, una chincaglieria di resoconto non si nega a nessuno. Ma il tutto viene ridotto a piccola cronaca giudiziaria, brevi da palazzo di giustizia. Tante piccole storielle isolate. Tanti fatterelli, presi uno per uno, a ridurne la potenza esplosiva. Ecco: nessuno dei travagliones- republicones che provi a collegarli. Nessuno che ne evidenzi la malefica potenza di sistema. Nessuno che vada a costruire trame e relazioni, intrecci e reti di potere occulto. E pensare che qui non stiamo parlando di qualche telefonata, più o meno maldestra. Qui non stiamo parlando di (per altro legittime) pressioni per la nomina di un amico su una poltrona che conta. Macché. Qui stiamo parlando di tangenti. Appalti. C’è un sistemadi corruzione diffuso e intrecciato, che però viene trattato come se fosse un incidente, un episodio isolato. Un mal di denti occasionale.
E invece sembra che la carie sia piuttosto diffusa. Leggete le cronache sparse: troverete i nomi altisonanti, la Fondazione Italianieuropei, l’amico di Bersani, l’amico di D’Alema, la governatrice dell’Umbria, pure lei vicina al segretario. Non è un fenomeno che tocca il delegato di sezione di Frattamaggiore. Ricordate? Quando un consigliere comunale del Pdl di Milano (si badi bene: un consigliere comunale!) fu beccato a intascare mazzette, si parlò a lungo di «sistema Pdl malato». Ora invece, viene coinvolta addirittura una governatrice di Regione, e gli stessi giornalisti riducono il tutto a poco più di un fatterello locale. Mah. I dubbi restano: perché per l’uso dei voli di Stato del ministro La Russa fu sollevato su un putiferio nazionale, mentre il fatto che il presidente del Copasir D’Alema abbia a disposizione l’aereo di un tangentaro reo confesso è considerato poca roba, al massimo un reato di distrazione?
Ho provato a immaginare che cosa sarebbe successo se a casa di qualche berlusconiano fosse stato trovato un pizzino con i versamenti a sette politici e amministratori pubblici del Pdl. Saremmo stati sommersi da tonnellate di carta, Travaglio avrebbe scritto decine di editoriali al veleno e un instant book (così per arrotondare), Santoro avrebbe organizzato una manifestazione in piazza «Pizzino per una notte», Floris sarebbe rientrato dalle ferie per scatenare i suoi indignados inviatos e Repubblica avrebbe arricchito la collezione di campagna stampa sulle trame occulte del potere, con tanto di sermone domenicale di Scalfari, che non avrebbe perso l’occasione per scuotere l’anima sua, oltre che con l’eros, anche con le manette. Chi vuol essere sadomaso sia: per nostra fortuna, invece, il pizzino conteneva nomi di politici e amministratori pubblici di centrosinistra. Così, almeno, ci siamo risparmiati l’ultimo assalto dei forcaioli.
Ma ci resta un po’ di preoccupazione per Travaglio: dov’è finito? Starà bene? Poveretto, vede trame segrete dappertutto. E invece quelle rosse proprio non gli riesce di scorgerle. Poco poco, non sarà mica daltonico?- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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