Quella Sprecopoli rossa dietro l’addio di Cialente

nostro inviato a l’Aquila

Sarà un caso. Ma all’indomani dello scoop del Giornale sui 4 miliardi di euro messi a disposizione dal governo per il rifacimento del centro storico de l’Aquila e mai, dicasi mai, utilizzati dal sindaco Pd Massimo Cialente per una guerra incomprensibile col coordinatore governativo della Struttura Tecnica di Missione, Gaetano Fontana (irremovibile nella decisione di avviare i Piani di Ricostruzione previsti dal decreto legge e osteggiati da Cialente) il primo cittadino ha rassegnato le dimissioni. La motivazione ufficiale viene fatta risalire alla presa d’atto «di non avere più una maggioranza su cui poter contare», anche se lo spettro di un commissariamento potrebbe alla fine mettere tutti d’accordo nel sottoscrivere un patto di non belligeranza che convinca il sindaco a tornare sui propri passi.
Nel mentre la politica aquilana tira a campare altre curiose anomalie arricchiscono il modus operandi post terremoto dell’ amministrazione di centrosinistra. Nella guerra fratricida con Fontana, ad esempio, il mago Cialente ha sfoderato un’altra chicca dal cilindro: si sta infatti apprestando a varare una propria «speciale struttura» (costo complessivo di 620mila euro annui da attingere sui fondi stanziati per il centro storico) con competenze del tutto analoghe a quella di trenta unità diretta dall’«odiato» Fontana.
Nell’organismo di Cialente ci saranno 4 esperti «con qualificata esperienza», di cui almeno due in situazioni post emergenziali e di cui uno con funzioni di coordinatore della stessa. Nella squadra del sindaco c’è un ex assessore di centrosinistra, già nominato consulente del sindaco appena due mesi fa: ergo, l’esperienza post emergenziale di costui è di appena 60 giorni. Chissà, forse il sindaco avrebbe potuto risparmiare 620mila euro visto che a l’Aquila, oltre alla struttura tecnica di Fontana, opera una struttura tecnico-scientifica di cui fanno parte cinque esperti oltre ad una ventina di unità amministrative. Vi è poi la struttura di supporto del vice commissario delegato ai beni culturali composta da altre venti persone. Infine, ai circa 400 dipendenti che il Comune dell’Aquila aveva prima del sisma, si sono aggiunti tre dirigenti, un consulente e circa 180 tra dipendenti a tempo determinato e co.co.co.
Ma c’è di più. Sentite qua: il 19 febbraio si dava notizia che erano pronti i progetti per il teatro comunale e soprattutto il «Palazzetto dei Nobili» per il quale gli appartenenti alla Camera dei deputati (parlamentari e impiegati) avevano donato fondi per oltre un milione di euro da destinarsi a L’Aquila. Subito il dirigente al settore socio-culturale aveva fatto presente nero su bianco che il «Palazzetto dei Nobili», non era di proprietà del Comune, e che pertanto, proprio per evitare un gigantesco abbaglio, la specifica era stata formalizzata per iscritto; ciononostante, pur tra i tanti monumenti di proprietà comunale danneggiati dal sisma ed aventi un valore di restauro all’incirca equivalente (dalla Casa-Museo Signorini Cors, alla Chiesa San Filippo, dal Complesso del Cinema Massimo alla Chiesa del Crocifisso, e via discorrendo) il Sindaco Cialente ha deciso di confermare quale oggetto della donazione dei Deputati il «Palazzetto dei Nobili», e cioè un monumento che, seppur adibito da tempo a fini istituzionali del Comune dell’Aquila (peraltro dietro pagamento di un canone annuo), risulta essere non di proprietà pubblica, bensì «privata» in quanto appartenente al Conservatorio Santa Maria della Misericordia.
Nonostante le ripetute raccomandazioni scritte, e il dossier sul Palazzetto contenuta nella schedatura dei beni culturali danneggiati dal sisma, il 10 novembre 2009 si è egualmente sottoscritta la Convenzione con la Camera con l’aggravante che i soldi stanziati sono stati addirittura di più di quelli previsti. Sarà ovviamente un altro caso ma il reale proprietario (il Conservatorio di Santa Maria della Misericordia) risulta essere una Ipab nel cui Cda figura tra gli altri anche l’attuale dirigente capo dell’Avvocatura del Comune dell’Aquila, nonchè uno tra i dirigenti comunali di maggiore fiducia e di maggiore vicinanza del sindaco Cialente, tanto da essere nominato nell’immediato post sisma (e sempre dal sindaco) quale dirigente addetto anche al recupero dei beni culturali di proprietà comunale.


E dunque. Tutti quegli impiegati, funzionari, gli eletti della Camera, sanno che i loro soldi sono finiti anziché a un ente pubblico ad una istituzione privata che nel suo Cda ha il braccio destro del primo cittadino?

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