Quelle cattive notizie dal fronte anticlericale

Tra le notizie che il Corriere della sera del Sabato Santo ha ritenuto di dovere comunicare con gran risalto ci sono, nell’ordine: le scritte anti gay tracciate a mano da ignoti sulle vetrine della libreria specializzata Babele di Milano; un’intervista a Carlo Cardia a proposito delle accuse di omofobia rivoltegli dal quotidiano Liberazione; la pubblicità-progresso spagnola che invita i giovani e le giovani a farsi donatori e donatrici di sperma e ovuli. Quest’ultima informazione, a tutta pagina, è corredata da foto, una delle quali mostra un giovanotto in atto di sganciarsi i jeans per riempire il vasetto sterile che tiene in mano. Del tutto assente dal Corriere della sera della vigilia di Pasqua la Genova tappezzata di fotomontaggi che raffigurano la fucilazione del Papa. Nella città di cui è arcivescovo il nuovo portavoce della Conferenza episcopale italiana Angelo Bagnasco, l’«iniziativa iconoclasta contro ogni fantasma divino» (così sta scritto su uno dei poster) inneggia un po’ cripticamente al regista spagnolo Buñuel. È di lui infatti la citazione che campeggia sui manifesti genovesi: «Sono ateo, grazie a Dio!». E anche il riferimento al «fantasma divino» sembra riecheggiare il titolo del film buñueliano Il fantasma della libertà. Coloro che, nella foto, fucilano il Papa sono vestiti come i miliziani della guerra civile spagnola. La Settimana Santa ha visto anche la cattedrale di Genova imbrattata di scritte ingiuriose contro Bagnasco, reo di opporsi ai Dico. Quanto basta per far finire il prelato sotto scorta, ma questa per la «corazzata di via Solferino» è una non-notizia. La vera notizia, a noi pare, è l’entusiasmo per il «modello spagnolo» che si sta diffondendo nelle sinistre europee, Corriere della sera compreso. In Italia, tanto per cambiare, questo entusiasmo, tuttavia, rischia di farsi strada anche a mano armata. Qualche giorno fa, in un'intervista al quotidiano della Cei, un illustre cattedratico spagnolo spiegava che il cosiddetto zapaterismo consiste nell’espungere sistematicamente ogni traccia di diritto naturale dalla legislazione, avendo, in pratica, come faro la Spagna dipinta nei film di Almodóvar. È questa la società futura, alla cui «trasformazione» lavorano indefessi i sinistri nostrani (i loro leader, infatti, non mancano di far sapere ad ogni intervistatore che il loro scopo è «la trasformazione della società»: ciò fino a un decennio fa significava «trasformazione in senso marxista», oggi guarda a Zapatero-Almodóvar). Ora, dal momento che qui da noi alla «trasformazione» si oppone la Chiesa e il recente referendum sulla fecondazione assistita ha mostrato quanto sia refrattaria la società italiana al modello spagnolo, i soliti stanno forse pensando che con le buone (leggi: il confronto democratico) non si ottiene niente ed è il caso di passare ad altri mezzi. Se questa è l’aria che tira, la manifestazione pro-famiglia del 12 maggio prossimo dovrà svolgersi ben protetta dalla polizia. Non vorremmo che si tornasse ai tempi in cui bisognava scortare la salma di Pio IX per impedire che gli anticlericali la buttassero nel Tevere.

Anche se, va detto, quelli erano tempi molto più seri: c’era in ballo la Questione Romana, mica i Dico.

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