«Con questa classe politica un bene se non resta italiana»

da Milano

Che idea si è fatto del piano approvato dal vertice dell’Alitalia - chiediamo a Marco Ponti, docente di Economia dei trasporti al Politecnico di Milano. «Non si tratta del piano vero - risponde il professore -. È un piano-traghetto, necessario per non portare i libri in tribunale e per poter procedere a un aumento di capitale. Attraverso il quale sarà poi scelto il nuovo socio industriale».
Come lo giudica?
«In quanto di breve respro, si tratta di una scelta sensata. Dovendo tagliare dei costi, non c’era alternativa tra Fiumicino e Malpensa, visti gli extracosti fenomenali che genera quest’ultima. Non si poteva fare altro per tagliare brutalmente le spese. Ma, ripeto, non è questo il vero piano».
Nel senso che il vero piano lo farà il nuovo azionista
«Sì. Ed è probabile che chi comprerà Alitalia dovrà fare alcune di queste scelte. I due hub non sono confrontabili, per il semplice fatto che Malpensa non è un hub».
Si è detto il contrario
«Il sistema hub and spoke (letteralmente: raggi che convergono sul mozzo della ruota) necessita di raggi lunghi, e geograficamente Malpensa è troppo vicina ad altri hub, quali Zurigo, Francoforte e Monaco».
E Fiumicino? Si è sempre detto che non è un hub
«Ha una natura diversa ma è meglio collocato. È differente il mercato, turistico e diplomatico, da capitale, non business».
Che futuro ha Malpensa?
«Malpensa potrà essere più grande di Fiumicino, un importante scalo intercontinentale fatto di collegamenti diretti, quelli chiamati point-to-point. Non va dimenticato che la Boeing, fabbricando aerei più piccoli di Airbus, scommette proprio su questo mercato».
Non tutti in questo momento sono così ottimisti
«I politici strillano. Ma dimenticano che lo scenario cambierà radicalmente dal 2008 per effetto della liberalizzazione dei voli tra Unione Europea e Stati Uniti. Si assisterà a un’offerta inedita: Sas o British Midland potranno liberamente operare, poniamo, sul Roma-New York o sul Milano-New York. Tutta l’organizzazione di rete delle grandi compagnie europee sarà rivoluzionata. Questo va tenuto ben presente. E ne beneficeranno i consumatori».
In che modo?
«La caduta dei monopoli in Europa aprì la strada alle low cost. C’è da augurarsi che accada lo stesso sul lungo raggio. Ryanair ha già annunciato di voler affrontare anche quel mercato».
Malpensa manterrà un ruolo importante?
«Eccellente. Sarà scelta da tutte le compagnie che la considereranno una base redditizia, perché insiste su un bacino ricco. Inoltre, la domanda di trasporto aereo è in costante crescita, e tanti aerei sul lungo raggio si possono riempire anche con la sola domanda di Milano e della Lombardia».
Chi sarà il nuovo padrone di Alitalia?
«Difficile dirlo. Non sono neutrale, ma secondo me sono favorite Air France o Lufthansa».
Perché dice di non essere neutrale?
«Perché Alitalia meno italiana è, meglio è».
Si spieghi...
«Così i nostri politici la smetteranno di metterci il naso. Se la comprasse Toto, i rischi di protezionismo a danno degli utenti resterebbero».


Chi ha più responsabilità in questa situazione? Politici, sindacati o manager?
«I sindacati sono innocenti: occupano gli spazi che la controparte lascia loro. Fanno il loro mestiere e lo fanno in modo terrificante. I manager sono di nomina politica. Quindi gli unici responsabili sono proprio loro: i politici».

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