«Questa volta va bene così ma vogliamo Dylan o il Boss»

Meno entusiasmo rispetto agli anni scorsi con McCartney e Simon & Garfunkel. Ma la musica gratis richiama il grande pubblico

Jacopo Granzotto

da Roma

Fa caldo, troppo caldo, l’asfalto scotta e via dei Fori Imperiali è il solito imbuto. «Chi suona?», chiede più di uno. Ci pensa l’organizzazione a trarre tutti d’impaccio, distribuendo l’opuscolo del Telecomcerto 2006 assieme ai cappellini e all’acqua. «Ah, Billy Joel, Bryan Adams, good, very good...».
La capitale è terra straniera; sarà il giorno lavorativo o sarà che quest’anno al concertone manca qualche stella al merito rispetto alle cinque di McCartney. Li «mejo posti» non sono affare dei romani che non si faranno vedere prima delle 21. Chi ironizzava su quel saltimbanco di Elton John è servito: i due insieme non ne fanno uno, almeno in quanto a notorietà e si vede. Ma si sa, il concerto è gratis, la cornice è splendida e alla fine i romani arrivano, anche se sono meno del previsto. Duecentomila o poco meno.
I primi a giungere sul posto sono gli americani e i cinesi scaricati dai pullman. Loro vogliono vedere «the Colosseum, the gladiator place». Non si passa e comunque: «No Colosseo, tonight concert». Alle 12 arriva Joel si siede al piano e attacca a strimpellare divertissement. Tra Con te partirò e Funiculì, Funiculà c’è tempo per un’occhiatina al mausoleo. «Bello, lo hanno fatto ora?». Adams si cimenta invece con il rock degli Stones, lui che domenica ha inaugurato al Tempio di Adriano la sua prima mostra fotografica voluta da Telecom. L’attesa decolla, si fa per dire e ad occhio la tribù del bel Bryan cresce in unità. «Siamo qui solo per lui - dice una coppia napoletana - è un rocker gentile, cuore e muscoli». Quasi quasi si crea l’atmosfera. «Ma l’anno prossimo chi canta, ci sarà un grosso nome tipo Dylan o Springsteen?», si domanda un ragazzotto ad alta voce cercando complicità con lo straniero. Che attesa ragazzi. Un’altra comitiva attacca For the longest time con intonazione e trasporto: pareggio.
Alle 19 si aprono le transenne e tutto fila liscio come l’olio, la gente è ancora poca. Intanto si profila la tipologia del curioso, che è qui e «tanto vale vedere che succede».
Provo a fraternizzare con un’anziana donna romana, forse oltre i settanta. Il termometro segna 41 al sole, sarà dura resistere. «Sono qui per Billy Joel, è il mio angelo, piaceva tanto a mio figlio che non c’è più». Nel frattempo i maxischermi di via dei Fori trasmettrono le epiche immagini dei concerti degli anni scorsi: McCartney, Simon & Garfunkel, Elton John che canta Your song: nostalgia canaglia e tentativo di autorete.

Il tempo passa e per ammazzarlo due ragazzi cantano Street player, tormentone disco di fine Settanta, con trombetta e percussioni di fortuna. Applauso del pubblico e domandone finale: «Ma che suonano loro, i Chicago?, ma va!».

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