Francesca Angeli
da Roma
Lintervista allUnità di Romano Prodi, che doveva servire a considerare chiusa la controversia Margherita-Quercia sulla questione morale, fallisce clamorosamente il bersaglio. E le parole di Prodi finiscono per avere lo stesso stesso effetto della benzina sul fuoco. La questione morale invece di chiudersi si conferma uno scoglio sul quale potrebbe infrangersi e andare a pezzi la coalizione di centrosinistra.
A riaccendere il cerino stavolta ci pensa Peppino Caldarola che parla di «clima di sospetto intollerabile» nei confronti dei Ds. Lex direttore dellUnità evidentemente è stufo che si giri intorno alla questione. Niente messaggi trasversali e manovre diplomatiche. Dal Corriere della Sera lancia il suo ultimatum alla Margherita con tanto di nomi cognomi. I prodiani Willer Bordon, Arturo Parisi e Antonio La Forgia devono darci un taglio «o altrimenti salterà il banco» cioè lalleanza. So bene che cosa avete in mente, insiste Caldarola, «un centrosinistra in cui la sinistra ha un ruolo ancillare». Ma dentro la Quercia nessuno ha intenzione di assumere il ruolo del cameriere.
La reazione della Margherita non si fa attendere. Tanto per cominiciare il presidente dei senatori, Willer Bordon, chiarisce che anche per Prodi la questione non è affatto chiusa. Le commistioni improprie tra potere economico e politica non si liquidano con quattro battute.
«Non vorrei ci fosse un equivoco - dice Bordon - Prodi ha detto di finirla con le polemiche inutili ma non ha chiuso la questione, tuttaltro. La questione morale riguarda tutti e sbagliano quelli che pensano sia un pallino o peggio unimpuntatura di Parisi o dei prodiani della Margherita». Bordon precisa che si sta parlando «del sistema delle regole, il contratto sociale, il patto di cittadinanza». Temi che, una volta diradate le polemiche, andranno affrontati dallintero centrosinistra.
A Caldarola risponde pure La Forgia negando che si stia pensando a un ruolo «ancillare» per la Quercia e invitandolo gentilmente a non guardare il dito ma la luna che il dito sta indicando. «Caldarola - dice - commette lerrore di sottrarsi alla domanda reale che non è perché Parisi abbia fatto quellintervista ma la corposità delle questioni sollevate e non contro i Ds ma a tutti». La Forgia poi si dice daccordo con la proposta lanciata dal presidente della Margherita, Pierluigi Castagnetti. «Prodi si faccia carico di convocare un incontro con tutti i segretari di partito», chiede Castagnetti. Un incontro che a questo punto è «indispensabile» secondo La Forgia.
E dietro i prodiani per la verità sembra esserci, compatto, tutto il partito di Rutelli. Contro Caldarola pure il vicepresidente dei deputati, Franco Monaco, che chiede allex portavoce di Massimo DAlema se ritiene lecito «essere bipolaristi e di centrosinistra, ovvero ulivisti, senza lobbligo di iscriversi ai Ds?».
Anche laltro vicepresidente della Margherita alla Camera, Renzo Lusetti, osserva «che laccorato appello di Prodi è servito a poco», chiedendo di «abbassare i toni della polemica e pensare al dopo, a come essere alternativa di governo». E su questa strada è inevitabile affrontare la questione morale allinterno dellUnione, come ribadisce pure Pierluigi Mantini, sempre della Margherita. «La questione delle regole è un tema di governo di cui lUnione continuerà a parlare domani, dopodomani e anche a Parma», puntualizza Mantini.
Al coordinatore della segreteria della Quercia, Vannino Chiti, che tanto si era dato da fare per convincere Prodi a dichiarare la sua fiducia in Piero Fassino non resta che arrendersi allevidenza dei fatti: la pace tra Ds e Margherita è ancora lontana. «Prodi ha parlato, noi abbiamo parlato. Ora chi vuole continuare ad agitare questo problema se ne assume le sue responsabilità», dice. Più aspro il tono del presidente dei senatori diessini, Gavino Angius.
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