«Qui non vedo clan e non siamo in crisi»

Londra Tre mesi per raddrizzare la stagione del Chelsea, quindi il ritorno alla nazionale russa. Guus Hiddink si presenta alle 8 del mattino e non ha dubbi, a giugno tornerà a guidare la Russia, a prescindere dall'esito del suo interregno a Stamford Bridge. «Ho accettato questo incarico per i rapporti che mi legano a (Roman) Abramovich. Mi hanno chiesto di dare una mano e sono qui».
Dopo il preludio settimana scorsa dalle tribune del Vicarage stadium, dove i Blues si sono qualificati per i quarti di Fa Cup a scapito del Watford, oggi pomeriggio il tecnico olandese è atteso all'esordio in Premier League. Battesimo di fuoco, al Villa Park contro l'Aston Villa. Quattro giorni più tardi la Juventus in Champions League. «Realisticamente la Premiership è un traguardo molto difficile perché il Manchester United sta viaggiando troppo spedito. Comunque siamo in corsa in altre due competizioni, non ci mancano gli stimoli». Hiddink fa i complimenti ai prossimi avversari bianconeri («sono tornati in alto dopo un periodo di difficoltà»), e smentisce che lo spogliatoio del Chelsea sia spaccato in clan. «In questi giorni ho cercato di concentrarmi sui rapporti interni alla squadra e devo dire che non ho trovato un gruppo diviso. Anzi, ho constatato rispetto ma anche armonia tra i giocatori. Il mio arrivo deve essere inteso come un nuovo inizio per tutti, sia per me che per i giocatori».


Osservato speciale Didier Drogba che anche ieri non ha risparmiato critiche velenose all'ex Luiz Felipe Scolari. «Ci attaccava pubblicamente, il suo modo di fare ha spaccato lo spogliatoio. Il Chelsea è come una famiglia, deve sempre restare unita. Hiddink? È la scelta più giusta», l'accusa dell'attaccante ivoriano.

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