Radici cristiane nel programma del centrodestra

Gian Maria De Francesco

da Roma

Difesa delle radici giudaico-cristiane dell’Italia, separazione delle carriere dei magistrati con due Csm e un impegno deciso per la riduzione del debito pubblico e il sostegno della famiglia. Questo, in sintesi, il programma elettorale della Casa delle Libertà, messo a punto ieri dal gruppo di lavoro della coalizione composto dal ministro Giulio Tremonti e dal sottosegretario Aldo Brancher per Forza Italia, dal sottosegretario Silvano Moffa per An, da Marco Follini e dal vicesegretario Erminia Mazzoni per l’Udc e dall’ex ministro Roberto Calderoli per la Lega.
Le proposte del centrodestra sono racchiuse in 20 pagine a fronte delle 281 del centrosinistra. L’incipit è affidato a un ampio preambolo che prende spunto dalla situazione geopolitica determinatasi dopo l’attacco alle Torri Gemelle e che si configura come un manifesto dei valori. Gli spunti sono stati forniti dalle idee elaborate dal presidente del Senato Marcello Pera e si fondano sulla tutela delle radici giudaico-cristiane dell’Italia non solo come difesa dell’identità, ma anche attraverso un deciso rifiuto dei fondamentalismi e un richiamo alla libertà dei popoli.
Il resto del programma è articolato in dieci capitoli, il primo dei quali è dedicato alle politiche per la famiglia. La questione è affrontata soprattutto dal punto di vista fiscale con l’introduzione del cosiddetto «quoziente familiare», ossia la rimodulazione delle aliquote in base al numero e al reddito dei componenti della famiglia. Il meccanismo ricomprende anche l’applicazione della no tax area. Sono inoltre previste facilitazioni per mutui e finanziamenti per le famiglie con figli.
Ma la novità più rilevante è rappresentata da una riforma costituzionale per introdurre la separazione delle carriere tra pubblici ministeri e giudici con l’istituzione di due organi di autogoverno delle magistrature. Una proposta riconducibile al presidente del Consiglio che più volte ha criticato l’eccesso di contiguità tra magistrati inquirenti e giudicanti. Il ministro della Giustizia, Roberto Castelli, ha inoltre sottolineato di aver chiesto che sia «introdotta la riforma della normativa riguardante i minori, sia penale sia civile, con l’istituzione del Tribunale della Famiglia».
Dal punto di vista economico la Cdl rilancia sul tema dell’abbassamento della pressione fiscale, ma senza fare esplicito riferimento all’obiettivo di due aliquote Ire (23 e 33%). «È uno schema politico non più attuale», ha spiegato il sottosegretario Moffa. Un esplicito obiettivo è anche il taglio del cuneo fiscale e la realizzazione del federalismo fiscale. Cambio di rotta pure sulla strategia di abbattimento del debito pubblico: la leva non sarà più rappresentata dalla crescita del Pil, ma dall’immissione sul mercato anche dell’attivo dello Stato attraverso società o fondi quotati. In pratica, si tratta di riformare Patrimonio Spa e ricavare circa 500 miliardi di euro per tagliare debito e interessi passivi e migliorare il rating dell’Italia. L’attenzione al Sud è confermata dal rilancio della fiscalità di vantaggio. Allo stesso modo è ribadito l’impegno del premier ad innalzare le pensioni minime a 800 euro mensili. Nessuna citazione, invece, per il referendum confermativo della devolution.

«La vicenda referendaria si svolgerà successivamente - ha spiegato al Giornale Erminia Mazzoni - e c’è un impegno politico sottoscritto anche da Casini». Domani, dopo le ultime limature, è attesa la firma dei leader della Cdl.

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