La ragazza sempre in fuga, da casa e da se stessa

«La stanza di sopra» di Rosella Postorino è l’anatomia emotiva e sentimentale di una quindicenne di provincia

Rosella Postorino, che debutta come romanziera con questo La stanza di sopra (Neri Pozza, pagg. 200, 15 euro), aveva in realtà esordito in un’antologia di racconti pubblicata da Stile Libero 3 anni fa. La raccolta aveva un titolo ridicolo - Ragazze che dovresti conoscere - un sottotitolo in compenso patetico - The sex anthology - e un cast che andava da Evelina Santangelo a Valentina Maran, passando per l’irrinunciabile Teresa Ciabatti. Il contributo di Postorino alla sfortunata silloge si distingueva, assieme a quello di Elena Stancanelli, per la voce autentica e assai riconoscibile, ma certo brillava anche per quanto modesti erano gli altri. Alla sua prima prova lunga, quella che come usa dire è costata una vita più il tempo materiale di scriverla, il risultato è sorprendente. Qui Rosella Postorino, 28enne addetta stampa di un importante editore romano, racconta la storia di Esther, 15enne di provincia, con un padre immobilizzato nella stanza di sopra e una madre incapace di rapportarsi a lei. Il suo profitto scolastico è inesistente, mentre sono frequenti, anzi continue, le sue fughe di casa, in compagnia di ragazzi che lei pare dominare, baciandoli sulla bocca quanto e come le piace e lasciandoli, si capisce, basìti. Amica una sola, ovviamente il suo esatto contrario: una prima della classe, che da casa esce poco perché soverchiata da un padre soverchiante. Parrebbe una storia edipica come troppe se ne sono lette in questi anni, se Postorino non disponesse intanto di una sintassi e di un lessico raggelanti nella loro precisione. Non che mera scrittura, quella della giovane scoperta da Neri Pozza è scultura su pagina o musica vicina al silenzio. E peraltro, anche l’intreccio è ben altrimenti complesso. Nella vita di Esther s’inserisce a un certo punto anche un uomo, conosciuto a una festa (è quindi l’uomo della festa) e poi incontrato la notte (e diventa quindi l’uomo della notte). Esther, che nei comizi amorosi con questo tale diventa bambina, è colpita dalla sua perizia e insieme da una delicatezza che le era fino a lui ignota. Ne subisce il fascino, così come avverte, senza dichiararlo, quello del padre dell’amica prima della classe. La vicenda ha un finale prima drammatico, poi affatto tragico.
Il libro è inoltre servito da una copertina fra le più aderenti al testo che si siano viste. Raffigura infatti un corpo di ragazza in bianco e nero, sdraiata su un letto semidisfatto, con una finestra alle spalle.

L’autore è Eric Ogden, maestro d’atmosfere. E il sesso, domanderà qualcuno? Ce n’è, detto senza nascondimenti e credibile nella misura in cui non ostentato. Ma non è questo, o non questo solo, il motivo per leggere il libro.

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