Roma - "Non mi convince la proposta di sostituire il Cda della Rai, con un amministratore unico". Lo afferma in una nota il ministro della Famiglia e candidata alla leadership del Pd, Rosy Bindi. "Trovo demagogico pensare che questa soluzione sia di per sé garanzia di autonomia e indipendenza.
Occorre certamente liberare l’azienda dal controllo partitico e dalle lottizzazioni ma senza dimenticare che la Rai è la prima azienda culturale pubblica del Paese, e come tale deve rappresentare il pluralismo del Paese", prosegue. Un direttore con ampi poteri "Alla Rai - sottolinea la Bindi - serve un direttore generale con ampi poteri di gestione, libero da impropri condizionamenti, ma che nelle grandi scelte strategiche e di politica culturale è affiancato da un Cda autorevole e competente. Avviene così in tutta Europa nelle grandi aziende editoriali pubbliche, non si capisce perché noi dovremmo ripiegare su soluzioni tecnocratiche".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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