Signore e signori buonasera. Stasera sulle reti Rai va in onda il film comico «La Carica dei 21». Il fatto è che per la seggiola di presidente c’è una fila che neanche alle poste nell’ora di punta. Una colonna di candidati che neanche sul raccordo anulare nel weekend di ferragosto. A parte Pippo Franco, Roberto Baggio e il pupazzo Uan (ma non è detto che qualcuno non avanzi l’ipotesi), ogni nome è buono. Tutti pronti a montare in sella al cavallo di viale Mazzini: ma qua altro che cavallo. Ci vorrebbe perlomeno una scuderia.
Vediamo di ricapitolare.
Dopo il gran rifiuto di Ferruccio De Bortoli (candidato n. 1), nonché l’abortito avanzamento di Giuliano Amato (candidato n. 2), c’è una rosa di nomi grande più o meno come la rosa del Milan di Sacchi stagione ’89-90, comprensiva di primavera, esordienti e pulcini. Nei misteriosi piani di LeggenDario Franceschini ci sarebbe la travagliata riconferma di Petruccioli (candidato n. 3), ma si parla anche dell’ex direttore della Stampa Marcello Sorgi (candidato n. 4) e il presidente emerito della Consulta Paolo Casavola (candidato n. 5). Peraltro la stessa carica ricoperta da Valerio Onida (candidato n. 6) e Gustavo Zagrebelsky (candidato n. 7). In realtà sui giornali quotano bene figure istituzionali come Andrea Manzella (candidato n. 8), o perché no giornalistiche, come Gianni Minoli (candidato n. 9) o Stefano Folli (candidato n. 10), per non parlare del Secolo d'Italia che ieri tira fuori dal cilindro per la presidenza chi? Un signore chiamato Walter Veltroni (candidato n. 11).
Ce n’è già abbastanza per mettere insieme una squadra di calcio con Uòlter a fare da punta. Oppure potremmo unire l’utile al dilettevole e lanciare un nuovo quiz televisivo: «Chi vuol esser presidente?». O magari un nuovo reality caraibico, «L’isola dei candidati»: chi resiste per più tempo in mezzo alle noci di cocco conquista la poltrona. Il problema è che l'ipotesi sarebbe inattuabile causa eccessiva densità di concorrenti: l’atollo si sovrappopolerebbe. No perché oltre all’intramontabile amministratore Fabiano Fabiani (candidato n. 12), già consigliere dell’azienda, circola anche il nome del presidente Siae Giorgio Assumma (candidato n.13). E a riprova del fatto che siamo un popolo di santi, poeti, navigatori e candidati alla presidenza Rai, non possiamo sottacere la proposta congiunta di Riccardo VinaVillari, Oliviero Diliberto e Francesco Storace: «Vedremmo bene come presidente Enrico Mentana (candidato n. 14), sarebbe davvero ottimo». Mentre per la serie il nuovo che avanza, l’onorevole De Luca lancia in pista Follini (candidato n. 15). Sì, no, forse. Le reazioni degli interessati si sprecano: mi piacerebbe, ma neanche per sogno, ma sotto sotto, parliamone, potrebbe darsi, però non voglio bruciarmi, ma manco morto, ma che scherzi?, ma io quasi quasi mi tiro indietro, ma vai avanti tu che mi vien da ridere, però dipende, sarebbe fico, ora ci penso e poi ti dico. Caos.
Qualche attento osservatore, in realtà, ha notato che a bazzicare dalle parti del Quirinale c’è lo storico Piero Melograni (candidato n. 16), ma ad attirare la curiosità è più che altro la proposta del Codacons di candidare il suo presidente, con tanto di offerta speciale: «A titolo gratuito, cioè senza stipendio, proponiamo Carlo Rienzi» (candidato n. 17). Ormai sta diventando una sorta di autopromozione: ora ci aspettiamo che l’associazione massaie italiane candidi la casalinga di Voghera, mentre in ambienti juventini già si discute sulla candidatura di Amauri: un presidente di «rigore». Il sindacato prestigiatori italiani invece sta già pensando al Mago Silvan: più che un presidente di prestigio, un presidente prestigiatore. La considerate una presa in giro? E allora come la mettiamo con le proposte dell’Italia dei valori? «Stiamo pensando per la presidenza Rai a un premio nobel come Dario Fo (candidato n. 18) o a un giornalista che le ha sempre suonate come Marco Travaglio (candidato n. 19)». Nuovo concorso nazionale: proponi anche tu il tuo presidente Rai. Televotate gente, televotate. Le ultime indiscrezioni, che arrivano dalle agenzie mentre si stende quest’articolo, aggiungono alla nutrita truppa i nomi eccellenti di Pierluigi Celli (candidato n. 20) e il direttore di Raitre Paolo Ruffini (candidato n. 21). Ma a voler essere pignoli all’elenco possiamo aggiungere il consigliere Rai Guglielmo Rositani (sarebbe il ventiduesimo), che pure non conferma: «L’ho letto sui giornali, sì, ma nessuno mi ha detto niente». Che choc.
A conti fatti, potrebbero già fondare un partito: una cosa tipo Pap, partito aspiranti presidenti. Un movimento peraltro immobilizzato dalle lotte intestine.
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