Anche il momento dei bilanci è arrivato. Dopo la mancata vittoria della Coppa Italia alla lotteria dei rigori ieri si sono tirate le somme di una stagione non brillante, quasi da dimenticare. Niente Europa, il prossimo anno per la Sampdoria e il tecnico Walter Mazzarri sembra sempre più lontano dalla panchina blucerchiata. Ieri l'amministratore delegato Beppe Marotta è stato chiaro: «Il destino di Mazzarri non era legato alla vittoria della Coppa Italia e quindi abbiamo il tempo di incontrarci e valutare se lui vorrà scegliere altre strade. È chiaro che il nostro compito è darci da fare, gli allenatori sono già abbastanza pochi, si sa quali sono e le loro caratteristiche. Se Mazzarri dovesse andare via abbiamo già le idee chiare, ma non è detto che andrà via». La prossima settimana le due parti si incontreranno e si proverà a rescindere il contratto che lega l'allenatore blucerchiato alla Sampdoria anche per la prossima stagione. I nomi, come ha detto Marotta, sono sempre gli stessi: piace Ranieri (il suo destino alla Juventus è ancora appeso ad un filo), ma piacciono anche il tecnico dell'Atalanta Del Neri e quello del Siena Giampaolo. Difficile andare oltre queste tre ipotesi.
Ma ieri è stato anche il momento dell'amarezza del presidente Riccardo Garrone che, per prima cosa, ha applaudito i tifosi: «Ventimila tifosi così festanti, fino alla fine, mi hanno emozionato e li ringrazio perché hanno perso giorni di lavoro per venire con noi a Roma. La sconfitta brucia ma voglio spostare l'attenzione sulla gioia di aver giocato una finale così, in uno stadio come questo, in un ambiente esaltante. E poi i nostri colori nella Sud: sono cose che commuovono. Peccato per i calci di rigore, ma lì si sa, è una roulette russa». Garrone negli spogliatoi ha parlato con la squadra: «Ho detto loro quasi nulla, erano troppo abbacchiati. Solo ho ricordato che può capitare e basta. A Cassano cosa ho detto? Lo stesso, era molto triste anche lui e lo posso capire. Si è comunque comportato benissimo, facendo vedere le sue capacità».
Intanto le strategie non cambieranno: «L'addio all'Europa non influisce, salvo su piccole cose. La nostra intenzione è tenere i pezzi forti e poi andremo passo dopo passo. Questa stagione la definisco positiva se penso al girone di ritorno, dell'andata dico che è andata così, ma avevamo fuori giocatori importanti come Palombo, Bellucci, Campagnaro. E avete visto che partita ha disputato il nostro difensore». Le viene voglia di investire? «Si investe sempre troppo». Insomma non sarà una faraonica campagna acquisti. Piuttosto l'impressione è che l'acquisto più importante sia già stato fatto in estate con l'acquisizione di Giampaolo Pazzini e sarà invece fondamentale, per la società, riuscire a trattenere i suoi gioielli, a cominciare da Angelo Palombo. Le parti si incontreranno la prossima settimana e valuteranno se proseguire il matrimonio ma l'impressione è che Palombo possa diventare la nuova bandiera blucerchiata. Il rinnovo del capitano infatti sarebbe una ventata di entusiasmo per i tifosi, reduci dall'amara serata di Coppa e da un anno di sofferenze.
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