Il re del Mediterraneo? Sarà il porto di Tangeri

Costato un miliardo, gestirà 9 milioni di container: sarà un crocevia strategico globale

Il re del Mediterraneo? Sarà il porto di Tangeri

L a Spagna sembra a portata di mano, appena oltre la striscia azzurra dello Stretto di Gibilterra. Africa ed Europa, Mediterraneo e Oceano Atlantico. Tangeri è all'incrocio di tutto, la porta di tutte le migrazioni e tutti i commerci. Tra le palme del lungomare, affollato fino a tarda notte, passeggiano donne con il fazzoletto che copre i capelli, bambini corrono per strada, fidanzati si tengono mano nella mano al tramonto. La strada che costeggia il mare è un brulicare di vita. Club, ristoranti, bar. Di fronte, la costa spagnola con le sue montagne alte sull'acqua. Tangeri, dissoluta e poetica. Ma anche punto strategico per controllare una delle vie marittime più ricche al mondo. Finora la parte del leone la faceva il porto spagnolo di Algeciras. Ora dovrà affrontare la concorrenza del nuovo porto marocchino, destinato a essere il più grande del Mediterraneo e dell'Africa: il Tanger Med 2. Un progetto fortemente voluto da Re Mohammed VI e costato 1,3 miliardi di dollari.

Non a caso il sovrano ha deciso di puntare su Tangeri. Fino al 1956 era città internazionale divisa tra le diverse potenze coloniali che hanno governato il Marocco. Un melting pot di arabi, berberi, ed ebrei, pacifico e tollerante, per questo meta prediletta da artisti ed intellettuali, alla ricerca di nuovi mondi, distanti dalla civilizzazione europea. Mohammed VI ne ha intuito le potenzialità. Tangeri sarà al centro di massicci investimenti nel turismo e nelle grandi infrastrutture. Dopo la linea ad alta velocità per Casablanca, è la volta di Tanger Med che valorizza la vocazione della città di centro nevralgico per gli scambi tra Europa, Africa e Medio Oriente. Ad inaugurarlo è stato il principe ereditario, il 16enne Moulay Hassan, in rappresentanza del re Mohammed VI. Tanger Med sorpassa Port Said in Egitto e Durban in Sudafrica, è ora in grado di accogliere nove milioni di container, dai tre milioni finora gestiti. Diventerà il volano economico di tutto il Nord del Marocco, con investimenti complessivi per oltre 8 miliardi di euro, di cui 4,87 da privati. «Un grande progetto portuale, logistico, industriale, commerciale e turistico», lo ha definito il re. Connetterà il regno con 77 paesi e 186 porti e lancerà ancor più il ruolo di hub del Marocco, già passato dall'83esimo al 17esimo posto nella classifica della Conferenza delle Nazioni Unite sul commercio e lo sviluppo.

«La prima piattaforma di import-export del Paese con flussi di merci per un totale di 30 miliardi di euro - sottolinea il presidente del Gruppo Fouad Brini - e il "primo eco-porto dell'Africa. La faraonica struttura offre la base a 912 aziende e ha creato oltre 75mila posti di lavoro. Lo sviluppo della città avrà poi un'ulteriore accelerazione con un'altra ambiziosa idea, la città Mohammed VI Tanger Tech. Si svilupperà su 2.000 ettari e secondo il piano preliminare, la costruzione avverrà in un periodo di 10 anni. L'investimento complessivo è pari a un miliardo di dollari. Sul tavolo c'è anche un piano di investimenti per oltre 800 milioni di euro per la crescita dell'export marocchino. Come ha rimarcato il re, «lo scopo di Tanger Med 2 è ottenere un'apertura delle province del Nord, perseguire il loro sviluppo integrato e diventare un player globale a tutti gli effetti». In prima linea fra gli investitori privati c'è il gigante danese dei trasporti marittimi Moller-Maersk che gestirà per 30 anni un terminale. Il vicepresidente e Ceo di Apm Terminals, Morten Engelstoft, ha confermato l'investimento di quasi 900 milioni di euro nel nuovo porto. Diventerà uno dei più strategici a livello mondiale per le imprese. Ma a Tangeri faranno base anche Renault, Nissan, Bosch, Adidas, Decathlon e Dhl.

Imprese attirate dalla posizione strategica ma anche dalla qualità della vita. L'ipertecnologica Tanger Med 2 è a pochi chilometri dalla medina, circondata da mura di epoca romana, con tombe fenicie affacciate a strapiombo sul mare azzurro e limpido. Tangeri è stata amata da artisti di tutte le epoche. Delacroix ha rigettato qui tutti gli stereotipi dell'orientalismo. Da Tangeri sono passati anche Henri Matisse, Truman Capote, Jean Genet, Tennessee Williams, William Burroughs, che a Tangeri ha scritto il suo romanzo più famoso e geniale, «Il pasto nudo». E poi Paul Ginsberg, Jack Kerouac. È il «paradiso artificiale» di tutti gli artisti beat del tempo che si riunivano al café Hafa. Ancora oggi un posto magico sul mare aperto, con tavolinetti di legno e curiosi personaggi. Alla medina si accede dalla porta in pietra della Casbah. Sembra lo scenario di un film. Case bianche, botteghe di abiti, scarpe, borse di pelle e oggetti di cuoio si susseguono. Bar, piccoli hotel, moschee ricoperte dai tipici mosaici colorati e dai soffitti in legno intarsiati dai disegni elaborati e arabeggianti. Ma anche sonnacchiosi gatti appollaiati sui muretti bianchi e blu, per allontanare le zanzare, molestatrici nelle caldi notti marocchine. Ragazze velate che curiose e sfuggenti spiano dalle finestrelle delle case con piccole grate di ferro. Vecchi sarti che cuciono con meticolosità davanti ai loro negozietti nell'antico suk che si arrampica su una salita stretta e piena di curve.

Danzatori vestiti con i lunghi abiti tradizionali blu scuro, suonano strumenti simili alle nacchere, e si incontrano in una piazzetta davanti al mare, che tanto ha ispirato scrittori venuti da mondi lontani.

Anche questa è Tangeri, contraddittoria e indimenticabile per chiunque ci sia stato.

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