
La punta dell'iceberg. Il climax di un'ostilità che va avanti da quando Giorgia Meloni è diventata presidente del Consiglio. Insulti, minacce e odio allo stato puro contro Ginevra, la figlia della premier, non sono purtroppo una novità. Con i social a fare da amplificatore e la politica non sempre unita nella condanna, le parole di chi ha augurato la morte alla bambina, auspicando per lei lo stesso destino di Martina Carbonaro, la quattordicenne uccisa ad Afragola, sono soltanto l'ultimo episodio di una catena di veleno, alimentata da chi colpisce la figlia per attaccare la madre, la prima presidente del Consiglio donna nella storia d'Italia. Ma gli attacchi non sono una novità e così, da oltre due anni, la piccola Ginevra è diventata la bambina più bersagliata d'Italia. Nel mirino degli haters da tastiera fin da subito, tra insulti, illazioni e vere e proprie minacce di morte. Colpire la figlia per attaccare la mamma presidente del Consiglio. Ecco lo schema dell'odio.
Ebbene, tutto è iniziato già a novembre del 2022. Meloni si è da poco insediata a Palazzo Chigi, l'appuntamento è il G20 di Bali, in Indonesia. La premier porta con sé anche Ginevra. Ma viene bersagliata, non da insulti, ma da polemiche social sull'opportunità o meno di farsi accompagnare in missione all'estero dalla figlia. «Mentre torno a casa dalla due giorni di lavoro incessante per rappresentare al meglio l'Italia al G20 di Bali, mi imbatto in un incredibile dibattito sul fatto che sia stato giusto o meno portare mia figlia con me mentre andavo via per quattro giorni», è costretta a scrivere sui social la presidente del Consiglio. «La domanda che ho da fare agli animatori di questa appassionante discussione è: quindi ritenete che come debba crescere mia figlia sia materia che vi riguarda? Perché vi do una notizia: non lo è la replica di Meloni al surreale dibattito - Ho il diritto di fare la madre come ritengo e ho diritto di fare tutto quello che posso per questa nazione senza per questo privare Ginevra di una madre. Spero che questa risposta basti per farvi occupare di materie più rilevanti e vagamente di vostra competenza».
Polemiche e accuse di «strumentalizzazione» anche durante un'altra trasferta. A Washington, luglio 2023. Stavolta la miccia è un post di Meloni abbracciata alla figlia in aereo, con la scritta: «Io e te, che affrontiamo il mondo mano nella mano». Ma poi si è passati velocemente dai distinguo, dalle critiche, agli insulti. E la piccola è diventata bersaglio degli haters.
Dagli Usa alla Cina, passa un anno e nuovamente Meloni porta con sé la figlia in visita istituzionale a Pechino. Gli odiatori si sfogano ancora sui social, in particolare sotto i post dove si vede la premier insieme a Ginevra. La bambina viene tacciata di essere «privilegiata» e «scroccona», di viaggiare «a spese del contribuente». E ancora: «La esibisce come un trofeo, i figli in fabbrica non si possono portare», oppure «se volevi fare la mamma, facevi un altro mestiere». «Vergognati di utilizzare la bambina per la tua propaganda», prosegue il campionario. Negli stessi giorni, sulle pagine social di Fratelli d'Italia, arriva una minaccia ancora più inquietante: «Kill Gioggia e Ginevretta».
E poi c'è la vicenda dell'autore Rai Riccardo Cassini. Che, sempre commentando le immagini del viaggio in Cina, scrisse su Instagram: «La mamma dei fascisti è sempre in Cina». Post poi rimosso.
Tornando indietro al 25 aprile del 2023, sotto le foto Instagram di Meloni all'Altare della Patria compare la scritta choc: «Per la figlia collegio Luigi XVII». Il riferimento è al figlio di Luigi XVI e di Maria Antonietta, ghigliottinato dai rivoluzionari in Francia, che venne murato vivo in una cella prigione del Tempio di Parigi e morì così all'età di dieci anni.