Antonio Signorini
da Roma
Un giudizio positivo, anche perché lintesa tra metalmeccanici e Federmeccanica recepisce lapprendistato, cioè un importante istituto della legge Biagi. Con un po di delusione perché il modello di contratto applicato rimane quello tradizionale, molto centralistico. Il sottosegretario al Welfare Maurizio Sacconi esprime un giudizio articolato sullaccordo raggiunto nella notte di mercoledì e spiega perché la proposta del governo per gli esuberi Fiat è una cosa diversa rispetto alla mobilità lunga chiesta dai Lingotto.
Qual è laspetto più importante dellaccordo sul contratto?
«È positivo in sé il fatto che si sia concluso dopo lungo travaglio. È purtroppo un contratto per lo più tradizionale, a contenuto essenzialmente economico, fatta eccezione per limportante regolazione dei nuovi contratti di apprendistato della legge Biagi. Serviranno a favorire laccesso dei giovani nel settore, garantendo un robusto contenuto formativo. I contratti di apprendistato sono la via maestra per entrare nel mercato del lavoro e le parti hanno riconosciuto la loro importanza. Purtroppo non cè stato lauspicato scambio tra salario e maggiore flessibilità nellazienda. Cè un rinvio a metà anno e, nel frattempo, un riconoscimento della possibilità di modulare lorario di lavoro in un arco di più settimane».
A molti sindacalisti è sembrato troppo, una concessione al famoso sabato lavorativo chiesto dalla Federmeccanica di Massimo Calearo e da Confindustria...
«È una flessibilità organizzativa che va distinta nettamente dalla precari[NOTE]e[/NOTE]età e che consiste nelladattare tempestivamente i tempi di produzione allandamento del mercato. Al di là del sabato è un invito a superare la rigidità della giornata e della settimana lavorativa. È nellinteresse di tutti creare condizioni di competitività per le nostre imprese. Peccato che questo contratto abbia anche evidenziato la sopravvivenza del vecchio modello troppo centralizzato. Nel caso dei metalmeccanici un modello caricato anche di significati ideologici e politici. Da due anni le parti hanno riconosciuto la necessità di una riforma, ma non sono stati registrati passi in avanti né nella trattativa in generale né allinterno dei sindacati. Ancora una volta lunità sindacale non si realizza nel segno di una spinta alla modernità, ma tendenzialmente finisce con lessere un freno alla modernità».
Avrebbe preferito un nuovo accordo separato, il terzo contratto dei metalmeccanici senza la Fiom-Cgil?
«Ispirandomi al filosofo Catalano di Quelli della notte, potrei dire che è meglio un sindacato unito nella modernità di uno diviso nella conservazione. Ma la cosa peggiore di tutte è proprio un sindacato unito e che per lunità paga un prezzo alle sue componenti più conservatrici».
Industriali e una parte del sindacato, in particolare la Cisl di Savino Pezzotta, però ora rilanciano sulla riforma dei contratti.
«Un rilancio senza speranza».
Ora per il governo si apre la partita della Fiat. Pensa che lazienda e i sindacati accetteranno la proposta che il suo ministero ha avanzato per gli esuberi?
«Penso proprio di sì. È un piano sperimentale che fa prefigurare una riforma generale del sistema di tutela dei lavoratori più anziani e che non riguarda solo la Fiat. Abbiamo rifiutato lidea di una legislazione speciale per la Fiat. È un piano difficile da rifiutare, perché non solo garantisce una protezione del reddito dei lavoratori che escono dallazienda, ma persegue lobiettivo che ci indica lUnione europea e cioè mantenere al lavoro i cinquantenni».
Che differenza cè con la mobilità lunga chiesta dal Lingotto?
«La differenza è che questa non è una tutela passiva che consiste solo nel sostegno al reddito, è una tutela attiva che ha lo scopo di far tornare al lavoro le persone nel più breve tempo possibile attraverso servizi e azioni dei poteri pubblici. Poi non cè nessuna modifica alla riforma delle pensioni».
A quanti lavoratori Fiat sarà applicato il piano?
«Il numero è oggetto di trattativa con lazienda».
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