RomaIl polverone intorno a Giulio Tremonti è destinato a scemare con rapidità. Questa è la previsione di Mario Staderini, segretario dei Radicali che ieri mattina dai microfoni della radio del partito ha denunciato lesistenza di una regia occulta sullo «scandalo Tremonti».
In che senso ha parlato di una tempistica perfetta per la diffusione di alcuni particolari riguardanti il ministro dellEconomia?
«Inquirenti e giornalisti sicuramente sapevano già da tempo il contenuto delle dichiarazioni dellimprenditore che tira in ballo Marco Milanese. Stranamente, però, sono state rese pubbliche soltanto quando Tremonti non è più visto dalla sinistra come un intoccabile».
Perché intoccabile?
«Perché poteva essere un valido antagonista di Berlusconi. Perché faceva bene a Via XX Settembre e quindi poteva mettere in ombra la leadership del Cavaliere. E poi perché poteva sempre risultare utile come guida autorevole per un eventuale governo tecnico».
Non le sembra di cadere in un eccesso di dietrologia?
«Guardi che il metodo è stato già ampiamente collaudato in più occasioni. Io lo chiamo il metodo Formigoni».
E cosa centra il governatore?
«Si ricorda dellincidente della raccolta delle firme per le liste nelle elezioni regionali del 2010? Ebbene, Formigoni ebbe più di un grattacapo. Sembrava una stella in declino ma linformazione di sinistra, con Santoro in testa, si è affrettata a fungere da grancassa per il governatore».
Gli hanno dato la possibilità di difendersi.
«Lo hanno fatto semplicemente perché vedevano in Formigoni un possibile antagonista alla leadership del Pdl. Insomma lennesima variazione della strategia antiberlusconiana. Non è un caso che proprio in quei giorni Santoro abbia ospitato a più riprese il presidente della Regione Lombardia. Daltronde Formigoni aveva bussato alla porta di Vespa. Ma lì cera posto soltanto per Lupi considerato più ortodosso come rappresentante del Pdl berlusconiano».
Insomma dietro tutto questo cè un disegno.
«Forse non cè nemmeno bisogno di una strategia precisa. Direi quasi si tratti di un fatto antropologico. Loligarchia partitocratica nostrana agisce così».
Anche questo sarebbe colpa dei partiti?
«Non dei partiti. Piuttosto dei giornali-partito di sinistra».
Quindi Tremonti come Formigoni in veste di anti-Cav?
«Tremonti paga anche colpe sue».
La scelta dei collaboratori?
«Anche. Ma soprattutto non aver dato seguito al programma di liberalizzazioni.
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