Roma

Regina Coeli, i detenuti ora fanno la voce grossa

Momenti di tensione ieri nel carcere di Regina Coeli. Nel pomeriggio i detenuti della terza sezione hanno dato inizio alla protesta. Ad agitare gli animi, ancora una volta, i problemi legati al sovraffollamento. Esplose alcune bombolette di gas date in dotazione con i fornelli da campeggio. Poi, il solito tam tam che generalmente accompagna questo genere di episodi, scandito dallo sbattere delle ciotole e di altri oggetti contro le sbarre delle celle. Dopo appena un quarto d’ora, al moto di protesa si sono uniti i detenuti della sesta sezione. Simile, sebbene più tenue, lo scenario verificatosi nel peniteziario di Rebibbia, scomparto femminile. La sera prima le detenute avevano protestato pacificamente sempre contro il sovraffollamento. Allo scopo di venire loro incontro, considerato anche il gran caldo, la direzione ha deciso che le celle resteranno aperte tutto il giorno. Autorizzato l’accesso alle docce da mattina a sera.
Ricapitolando: in Italia oggi ci sono 64mila detenuti. Sforato di 20mila unità il limite di capienza massimo. Al Regina Coeli, dove ieri è scattato l’allarme, i carcerati sono circa 880. Ma ci sarebbe posto solo per 760 di loro. Almeno stando a quanto dichiarato dai radicali che, nell’ambito dell’iniziativa «Ferragosto in carcere», lo scorso week-end hanno fatto un blitz nel penitenziario. Le cose non vanno meglio a Rebibbia. La Corte europea dei diritti dell’uomo ha recentemente condannato lo Stato a risarcire per danni morali un ex detenuto che, tra il novembre del 2002 e l’aprile del 2003, periodo in cui era stato ospite del carcere romano, aveva condiviso una cella di 16 metri quadri con altre cinque persone. La notizia, a inizio mese, fece scalpore.
Dalla sua, il direttore del Regina Coeli cerca di ridimensionare quanto accaduto ieri. I detenuti, ha detto, sono esasperati dal caldo. E il sovraffollamento? «Si raggiunge una volta superata quota mille». La protesta della «battitura» si è ripetuta a tarda notte. La situazione, però, è stata definita «abbastanza tranquilla».

Abbastanza.

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