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Regina delle gelatine sogna il Barolo

Sandra Vezza guida un'azienda leader per la produzione di gelatine per uso alimentare, farmaceutico e tecnico. E' astemia ma a settembre vivrà la sua prima vendemmia di Dolcetto, poi verranno Barbera e Barolo

Regina delle gelatine sogna il Barolo

Levice è un microcomune dell’Alta Langa, 1230 abitanti novant’anni fa, mille in meno ora. Tra i tanti che se lo sono lasciati alle spalle, per trasferirsi in fondo non molto lontano, ad Alba, sempre provincia di Cuneo, c’è Sandra Vezza. Nel suo cognome il suo nuovo destino. Titolare della Italgelatine, azienda leader per la produzione delle gelatine per uso alimentare, farmaceutico e tecnico, a settembre vivrà la sua prima vendemmia, di Dolcetto, poi verranno Barbera e Barolo.

Vezza come sinonimo arcaico di botte «e dire che io sono astemia». Questo non le ha impedito di acquisire tre anni fa cinque ettari di vigne in uno degli angoli più vocati del Piemonte: non solo a Barolo, ma addirittura a Cannubi. Storia bella e singolare visto anche che con lei il bicchiere del vino rimane vuoto: «Sono innamorata delle mie zone e appena posso cammino per ore tra i vigneti, quelli degli altri. Poi è successo che un giorno ho conosciuto una splendida coppia di anziani signori, fratello e sorella, Teobaldo e Livia De Magistris, oggi lui non c’è più e lei si avvicina ai novanta. Non avevano ormai più le energie per accudire i loro filari, ormai abbandonati, parlammo, ci conoscemmo, un colpo di fulmine perché io non bevo, a casa beve mio figlio che però è ventenne, e non sono come quelli che un giorno vogliono la cantina a tutti i costi, solo se se ne fosse presentata l’occasione. Un giorno Teobaldo mi guardò, uno dei quegli sguardi belli dei vecchi in gamba, e mi disse “Lei mi piace molto, sono felice di venderle la mia vigna”. Fatto».

Se oggi ci si spinge a Cannubi tutto è ancora un cantiere e il progetto è di quelli a emozione garantita perché la cantina sorgerà dal nulla: «Sono amica dell’architetto Gianni Arnaudo, è di Cuneo, ha belle idee e conosce il mondo del vino. Gli comunicai la novità e gli dissi che volevo una cantina diversa dalle solite. Via via mi presentò sei o sette disegni ma nessuno che mi convincesse perché ritrovavo in ognuno segni già visti, succede spesso. Così lo fermai e guardandolo diritto negli occhi in pratica gli ordinai di portarmi un progetto che non esistesse, che pensasse a una soluzione che fosse davvero nuova: “devi dare il meglio di te stesso”, gli dissi».
Missione riuscita e i disegni, in attesa di ammirare il prodotto finito, emozionano: le Tenute Sandra, che oggi hanno un sito anch’esso in costruzione, vezza.net, oltre a essere scavate nel terreno, una cantina che si sviluppa per buona parte sottoterra, all’aria prendono la forma di due cassette in legno sovrapposte.

Contenitori da sei bottiglie, di quelli con i vetri adagiati uno accanto all’altro come sei culle in una nursery, cassette basse e larghe, di solito mezzo metro. Lì a Barolo avranno invece misure gulliveriane e saranno sfalsate tra loro e non perfettamente appoggiate una sull’altra, la cosa banalizzerebbe l’insieme. Altezza da terra al tetto (piatto) otto metri, solo che la prima cassetta sarà alta 4,20 metri e la seconda 3,80. Uguale la larghezza, 30 metri e 4 centimetri, ma da un angolo all’altro, considerato anche il cancello, si supereranno i 40 metri.

Ha aggiunto Sandra: «Costruiremo anche un ristorante. Ho vicino mio figlio Charley, si chiama così perché quando lo aspettavo non volevo saperne il sesso e per caso scoprii che è un nome sia maschile che femminile». Le gelatine invece sono esclusivamente di origine animale, l’ultima è una novità mondiale, da cotenna suina: «È istantanea e si addensa anche in acqua fredda».

Comoda e pratica, per i sogni si passerà al Barolo.

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