Regionali: nel Lazio il voto può slittare ad aprile Sgarbi: "Rinviare, il Cavaliere mi dà ragione"

Roma - Il voto nel Lazio potrebbe slittare. Gli uffici della Regione Lazio stanno vagliando la richiesta di rinvio formalizzata dalla lista "Rete Liberal-Sgarbi", dopo la riammissione stabilita dal Tar. Dipanare la matassa non è semplice: da un lato va assicurata la corretta interpretazione delle normative, dall'altro va garantito, alla lista in questione, di poter fare un minimo di campagna elettorale, come tutti gli altri "concorrenti". I tecnici stanno studiando tutti i pronunciamenti e le decisioni prese negli ultimi giorni dall’ufficio elettorale, dalla Corte d’Appello, dal Tar, dal Consiglio di Stato e, non ultima, dalla Corte Costituzionale.

Le due strade possibili A quanto si apprende le ipotesi percorribili sono due: 1) Se si decidesse di applicare alla lettera la legge elettorale regionale la lista di Sgarbi avrebbe diritto ad altri giorni di campagna elettorale, visto che la normativa ne prevede almeno quindici;
2) Se invece si dovesse applicare quanto previsto dal decreto legge "salvaliste" la lista Rete Liberal rientrerebbe nei tempi perché i giorni utili di campagna elettorale, in questo caso, sono ridotti a sei.

La decisione domani Una volta formulata una proposta su un possibile rinvio, che non dovrebbe arrivare prima di domani, l’ipotesi sarà sottoposta al ministero degli Interni. Dalla Regione Lazio, infatti, si fa notare che qualsiasi decisione sarà presa di concerto con il governo.

La lista riammessa "Il ricorso è già partito, i documenti sono stati depositati. Ora sto andando nella sede di via dell’Umiltà a comunicare la fatidica notizia", ha detto Vittorio Sgarbi, interpellato sulla richiesta di rinvio delle elezioni. "Il premier è d’accordo con questa decisione - ha aggiunto - al contrario dei suoi consiglieri". Sulla vicenda è intervenuto anche il presidente del Consiglio, alla fine della conferenza stampa a Palazzo Chigi: "La lista Sgarbi ha diritto a qualche giorno in più per fare campagna elettorale".

Berlusconi: diritto al rinvio "Ho detto al ministro dell’Interno il mio convincimento sulla lista di Vittorio Sgarbi: quando uno ha un diritto è giusto che lo si rispetti". Il premier ha ricordato il ricorso accolto a favore della lista presentata da Sgarbi aggiungendo di ritenere che "abbia il diritto a qualche giorno in più di campagna elettorale". 

Bonino: va bene a chi ha i soldi "Il rinvio va bene a chi ha un sacco di soldi". Così la candidata del centrosinistra, Emma Bonino, commenta le notizie che le arrivano sulla possibilità di un rinvio della data del voto nel Lazio. "Non so come andrà a finire, se ci sarà la richiesta di rinvio o come va domani al Consiglio di Stato. Io - sottolinea Bonino - da qui non mi muovo: anche se vogliono votare in agosto, basta che lo sappiamo". Certo è, conclude, "che il rinvio complica le cose".

Sgarbi: senza rinvio è fascismo Quindici giorni è la richiesta minima per una par condicio di comunicazione. Il minimo garantito devono darmelo altrimenti siamo in un regime, nel fascismo", ha detto Sgarbi in una conferenza stampa. Poi ha voluto togliersi un sassolino dalla scarpa: "Io il servo di Berlusconi non lo faccio, mi faccio i c... miei, poi può succedere di essere sulla stessa posizione ma è lui che impara da me, che si riflette in me".

E ha spiegato meglio il suo concetto: Stamattina ho visto Berlusconi, ero convinto che mi dicesse ritira la lista, invece ha sorriso e mi ha detto 'hai ragione'. Sono quei delinquenti e fascisti - attacca Sgarbi - che dicono che se De Benedetti e Scalfari sono d’accordo significa che hanno le stesse idee e se, invece, io lo sono con Berlusconi sono suo servo".