Cronaca locale

Da Regione e Provincia una frenata al pedaggio: «Il piano va concordato»

Dopo il patto siglato 18 giorni fa, il passo in avanti del Comune irrita le altre istituzioni. Boni: «Non è una grande idea, servono più mezzi». Matteucci: «Tempi troppo stretti»

Da Regione e Provincia una frenata al pedaggio: «Il piano va concordato»

Gianandrea Zagato

Che sia superpedaggio o sia ticket superleggero, be’ in Regione non l’hanno presa bene. E anche in Provincia c’è stata un po’ di irritazione: «Apprendiamo dai giornali l’ipotesi di applicazione della pollution charge e restiamo in attesa che il Comune di Milano si confronti con la Provincia, i Comuni e la Regione sulle criticità di questo progetto». Nota firmata da Paolo Matteucci, assessore provinciale alla Mobilità di Palazzo Isimbardi, che nel suo virgolettato racchiude pure il sentiment del Pirellone: quello messo su bianco il 13 ottobre in occasione del «patto Regione-Provincia-Comune sulle politiche coordinate su bus, treni, Malpensa e ticket d’ingresso».
In quell’occasione Raffaele Cattaneo, assessore lombardo ai Trasporti, marcò «la volontà concreta di affrontare insieme e con politiche condivise i temi più importanti della mobilità nell’area metropolitana con l’obiettivo di offrire ai cittadini un servizio di trasporto pubblico locale sempre più moderno ed efficiente». Concretezza sottolineata pure dal rappresentante del Comune a quel tavolo, l’assessore Edoardo Croci: «Tutelare l’ambiente e potenziare il trasporto pubblico, ecco il risultato che la collaborazione tra le Istituzioni ci consentirà di ottenere».
Comprensibile, dunque, diciotto giorni dopo la firma di quel patto, la sorpresa degli altri protagonisti davanti alle decisioni prese da Palazzo Marino. Scelte che Davide Boni, assessore regionale al Territorio, boccia: «Non mi sembra una grande idea, anzi nutro qualche dubbio. L’idea potrebbe anche essere buona ma bisognerebbe potenziare il trasporto pubblico locale di almeno 500-600 unità». Ma, attenzione, «in ogni caso», avverte il leghista Boni, «avere più mezzi in circolazione non vorrebbe dire migliorare la fruibilità di Milano. La vera necessità per il capoluogo sono i parcheggi, che mancano».
Messaggio chiaro e inequivocabile. Come dire: un progetto di questa portata dev’essere stabilito non da un Comune bensì con i Comuni della Provincia, l’istituzione di via Vivaio e, naturalmente, con la Regione. Altrimenti? «Sarebbe da pazzi» chiosano dal Pirellone sempre sventolando quel comunicato congiunto del 13 ottobre, dove si garantiva che «i tre enti (Regione, Comune di Milano e Provincia di Milano) «non procederanno in ordine sparso ma affronteranno i problemi insieme» ovvero «confronteranno le analisi e cercheranno di costruire decisioni condivise» su temi nevralgici dell’area metropolitana.
Rilettura che alla luce del passo in avanti del Comune spinge Matteucci (Provincia) a mettere i puntini sulle «i»: «Bene se passa il concetto di tassare chi inquina, indipendentemente dalla residenza. Preoccupa invece l’idea di iniziare la sperimentazione a febbraio, mentre il potenziamento e la riorganizzazione del servizio di trasporto pubblico, specie su rotaia, necessiteranno di tempi più lunghi». Con l’aggiunta di un altro problemino: quello dei parcheggi perché «considerata l’ampiezza della zona su cui si ipotizza il pedaggio va studiato con attenzione un piano parcheggi adeguato e concordato».

Dieci letterine di troppo, forse, a Palazzo Marino.

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