Cè chi ha paura di sembrare troppo povero, ed essere giudicato perciò uno spiantato o un evasore fiscale. E cè chi ha paura di mostrarsi troppo ricco, e giocarsi così una fetta di consensi popolari. Poi cè anche quello (o quella), fra gli amministratori pubblici, che si morde la lingua perché, insomma, «va bene la trasparenza, ma la privacy è la privacy, e io quanto guadagno non lo dico neanche in famiglia». Ecco: in quanto a tipi umani messi di fronte alla pubblicazione delle denunce dei redditi, i consiglieri e i membri della giunta della Regione Liguria non fanno eccezione rispetto al nostro vicino di casa. O meglio: «non possono» fare eccezione, dopo che il Giornale ha chiesto - prima sommessamente, poi sempre più insistentemente, nel nome della legge - che fossero resi noti anche per loro, come per chi è eletto in Consiglio comunale e provinciale, in altre Regioni e in parlamento, tutti gli euro finiti in portafoglio.
E così ieri mattina, resi pubblici, finalmente, dopo quattro giorni e altrettanti articoli, i modelli Unico, 730, Cud e simili - anno 2009 - di 40 componenti dellassemblea e di 6 assessori, nellaula di via Fieschi e soprattutto (...)
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