«Dopo il 2010 le pensioni pubbliche saranno più basse, in rapporto alle retribuzioni, di quelle attuali. I giovani di oggi devono risparmiare di più per poter accumulare una pensione che gli consenta di vivere in modo adeguato». Con queste parole l'assessore alle Finanze della Regione Liguria Giovanni Pittaluga, nel corso del convegno «Contemporary Bank» organizzato dalla Banca SanPaolo Invest con il patrocinio della Regione, ha sottolineato l'importanza di dare un'accelerata alla previdenza complementare. Il rischio più grande è quello per cui i giovani «si ritroveranno con pensioni basse, che potrebbero sfiorare, nella migliore delle ipotesi, il 40-50 per cento dell'ultimo stipendio percepito». Una prospettiva grigia, che la Regione Liguria nei prossimi mesi tenterà di prevenire attraverso una campagna informativa sul Tfr, rivolta prevalentemente ai ragazzi che proprio per la loro giovane età sono più penalizzati. L'obiettivo sarà quello di far conoscere le opportunità che la nuova Riforma, presto estesa alla pubblica amministrazione, potrà offrire sul fronte dei risparmi e delle pensioni. «La previdenza complementare in aggiunta alla pubblica è un'esigenza - spiega Pittaluga -. Molti ragazzi delle nuove generazioni non conoscono la legge Dini e Tremonti, ed è proprio per questo motivo che cercheremo d'informarli su tutti i cambiamenti che si stanno attuando in merito al Tfr».
Nell'ultimo decennio, nei paesi dell'Ocse, i fondi pensioni sono cresciuti in misura straordinaria, passando da circa 6 mila miliardi di dollari a metà degli anni Novanta, a più di 15 mila miliardi nel 2004. Un'espansione che corrisponde ad un aumento medio annuo del 10%.
«Nel 2005 sempre in riferimento ai paesi dell'Ocse - aggiunge Pittaluga -, le attività dei fondi pensioni erano pari all'87,5% del Pil, il prodotto interno lordo. È inevitabile che lo sviluppo di questi fondi presenti un andamento diverso da Paese a Paese. Se per la Svizzera o i Paesi Bassi risultava nel 2005 del 108% e per gli Stati Uniti del 95%, era appena del 3-2% per la Germania e l'Italia». Le conseguenze del trasferimento del Tfr ai fondi pensione porterebbe a una riduzione del fondo di liquidità del risparmio complessivo. «Il lavoratore - spiega l'assessore alle Finanze della Regione - aveva diritto al Tfr in caso di cessazione del rapporto di lavoro. Egli poteva anche chiedere anticipi, ma ciò non sarà più possibile. Non solo per il lavoratore il rendimento atteso di un investimento previdenziale è verosimilmente superiore a quello del Tfr, ma anche al guadagno in termini di maggior rendimento corrisponde una perdita per le imprese conseguente all'aumento del costo medio del capitale». I fondi pensione quindi tenderebbero ad accrescere il risparmio dei privati favorendo finanziamenti a lungo termine e soprattutto su titoli esteri. «Come emerge da queste analisi - conclude Pittaluga -, i fondi pensione si concentrano principalmente su titoli pubblici e titoli di grandi imprese.
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