Regione, la giunta giura su seicento progetti

Gli assessori del Popolo della libertà e della Lega promettono solennemente fedeltà alla Lombardia La missione: realizzare nella legislatura tutti gli impegni assunti durante la campagna elettorale

Un giuramento che è «un impegno solenne di fronte ai cittadini» per realizzare tutti i seicento progetti inseriti nel programma elettorale nei prossimi cinque anni. E magari recuperare il voto dei tanti astenuti che, nonostante il successo del centrodestra, il governatore Roberto Formigoni non ha ancora dimenticato. Ieri primo appuntamento della nuova giunta Formigoni e prima di cominciare il governatore chiede ai sedici assessori e quattro sottosegretari di pronunciare la formula. «Giuro di essere fedele alla Lombardia nel rispetto della Costituzione italiana e nell’osservanza leale dello Statuto d’autonomia». Tutti d’accordo. I sedici assessori del Pdl e i cinque della Lega, secondo la formula scelta da Formigoni. Condivisa dal vicepresidente del Carroccio Andrea Gibelli che sottolinea «l’assoluta sintonia con la coalizione che sostiene la giunta Formigoni», così come «la fedeltà alla Lombardia, nel rispetto della Costituzione e dello Statuto, è un elemento che fa parte dello spirito e della tradizione di una forza politica identitaria e di riforma». Identità, riforme e federalismo sono gli spettri che aleggiano su questa nuova formazione chiamata ad amministrare la Lombardia. Con i vicini di Veneto e Piemonte, rispettivamente i governatori Luca Zaia e Roberto Cota che come Gibelli vestono la maglia della Lega. E proprio per questo, temendo un accerchiamento, Formigoni ha preteso il giuramento di fedeltà. Come a dire che la Lombardia viene prima del partito. E degli interessi di parte. Ci sono questioni che uniscono tutte le Regioni del Nord, come il federalismo fiscale e il federalismo demaniale, ricorda Gibelli che non vuol parlare di un asse con Piemonte e Veneto, ma spiega che «ci sono elementi di confronto vero nella cornice delle riforme». Parola chiave, ricorda Formigoni, a Roma come in Lombardia. «C’è un’importante stagione di riforme - ricorda Gibelli - in cui la Lombardia è protagonista». Federalismo, egoismo dei più ricchi e aiuto alle regioni più deboli? «La solidarietà è nel nostro dna - replica Formigoni - ma non nella forma di assistenzialistica che ha creato nocumento sia a chi ha dato che a chi ha ricevuto». L’obiettivo è quello di avere una «solidarietà più efficace» che permetta alle altre Regioni negli anni di non aver più bisogno di aiuto. Perché il federalismo altro non è che «la declinazione della solidarietà in modo più efficace».
Nella prima giunta Formigoni raccomanda la «dimensione dell'ascolto dei cittadini, delle associazioni, del territorio». Per questo sarà ripreso il lavoro dei Tavoli di confronto, come la task force «zero burocrazia» appena costituita o come il Comitato strategico per la competitività e ne nasceranno di nuovi, come ad esempio il Comitato per la conciliazione famiglia-lavoro. Stilato anche l'organigramma del top management regionale. Con il «provvedimento organizzativo», sono stati nominati i direttori generali degli assessorati e i direttori centrali della presidenza.

Segretario generale è Nicolamaria Sanese; Funzioni specialistiche, vice segretario generale attuazione del programma (vicario del segretario generale) è Marco Carabelli, vice segretario generale Strategie finanziarie e interregionali è Antonello Turturiello, vicario del direttore generale della presidenza Giancarla Neva Sbrissa. Alla Sanità Carlo Lucchina. Primo consiglio martedì 11 maggio. Presidente sarà il leghista Davide Boni, vice Filippo Penati (Pd) e Franco Nicoli Cristiani (Pdl).

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