René Magritte e l'inganno della realtà

Secondo le stime di mercato, il capolavoro è in assoluto tra i lotti più pregiati del catalogo

Nell'ampio portafoglio di opere offerte da Farsettiarte nella tornata d'aste di primavera, spicca la presenza di un importante pezzo di René Magritte, «La recherche de l'absolu», un gouache su carta del 1948 che misura cm 45x35.

La stima di mercato lo pone tra i lotti in assoluto più pregiati del catalogo: 650-850mila euro.

Il titolo allude al romanzo omonimo pubblicato nel 1834 da Honoré de Balzac, in cui la tesi di fondo è che dietro la quieta apparenza del vivere quotidiano si celano sentimenti, passioni e conflitti profondi.

Secondo il maestro del surrealismo «tutto ciò che vediamo nasconde un'altra cosa; noi abbiamo sempre voglia di vedere ciò che è nascosto da ciò che vediamo».

In questo dipinto l'artista ci stimola a riflettere sulla realtà, ad andare al di là delle apparenze, per cercare questi significati nascosti.

Si tratta di un bel gioco intellettuale, tipico del surrealismo. Il quadro rappresenta un paesaggio apparentemente realistico: un albero che si staglia su un cielo bruno, forse al tramonto. Ma si tratta di un inganno. L'albero - che ha una forma ovoidale molto regolare - in realtà è una foglia ingrandita, dove i rami sono le nervature sempre più fitte, che formano un gioco di trasparenze simile a quello di un merletto. Il cielo, dal colore indefinibile, ma cupo e severo, che sfuma in un chiarore all'orizzonte, è in realtà una tavola di legno riconoscibile per le tipiche venature (forse si tratta di un abete).

L'effetto è sorprendente. Se da lontano è evidente che si tratta di un albero che si staglia nel cielo, osservandolo più attentamente e avvicinandosi si coglie la trasfigurazione voluta dal maestro surrealista: l'albero è una foglia, il cielo è una quinta di legno. Un gioco d'inganno con un significato profondo: nulla di quello che vediamo - sembra dire Magritte - è quello che pensiamo. C'è sempre un ulteriore significato, frutto della ricerca: e tutto ciò è in grado di mettere in discussione le nostre certezze, è la realtà che prende il sopravvento su un'altra realtà.

Il tema sembra essere la capacità di osservazione, lo sforzo di attenzione verso la realtà apparente. Il paesaggio, pieno di desolazione, si compone di altri due elementi: una tenda che, con i suoi panneggi, sta in piedi da sola, e una pietra appoggiata a terra, vicino all'albero-foglia.

Elementi tipici di Magritte e del surrealismo di cui è stato un maestro. Un vero capolavoro, dunque, quello nel catalogo di Farsettiarte, di un'annata importante nella vita del pittore (1898-1967), collocabile nel pieno della sua ricerca e della sua maturità.

PStef

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