Renato riparte da Zero. In Sicilia

Intanto lui si presenta con un tour che è già quasi tutto esaurito: fino a Natale c’è il pienone ovunque (al Mediolanum Forum di Assago l’11, 12 e 14 dicembre). Hai voglia a dire che Renato Zero è sul podio da quarant’anni e che cosa avrà ancora da trasmettere al suo pubblico dopo tutto questo tempo. E invece l’altra sera ad Acireale, quando lui è salito sul palco, è cascato il mondo per benedire l’inizio del suo Zeronove Tour, senza dubbio uno degli eventi di quest’autunno musicalmente così campanilista: tanti cantanti italiani, niente o quasi concerti di rockstar straniere. E non è un caso: c’è sempre più voglia di condivisione nella musica, specialmente in tempi di crisi, e giocoforza un divo inglese o americano appare più distante, più etereo. Sarà anche per questo che quando è arrivato in scena con la sua bombetta, Renato Zero è stato abbracciato dal suo pubblico con un calore mai visto prima. Ventisei canzoni, per gradire. E pochi grandi successi, al massimo un I migliori anni della nostra vita o Felici e perdenti o ancora Inventi. Insomma, scordatevi Il carrozzone o Viva la rai ed ecco ben dodici brani del suo ultimo cd Presente, premiato dalla critica e meritevole di esserlo stato. Renato è ripartito da Zero, ha abbandonato la sua casa discografica e si è inventato un percorso che è più simile a quello di un esordiente: casa discografica indipendente, staff quasi per intero rinnovato. E ha raggiunto il suo obiettivo, vendendo quasi trecentomila copie che valgono ben più di tre dischi di platino. In fondo è anche per questo che il pubblico è rimasto dalla sua parte. Anche cancellando i classici dalla scaletta, anche provando per quanto è possibile a rinnovarsi, Renato Zero è uno che parla al pubblico senza filtri.
D’accordo, talvolta maneggia troppa retorica e si impantana in discorsi a ruota libera che magari finiscono fuori carreggiata. Però quasi sempre fa centro. Ha speso parole per le vittime dell’alluvione di Messina: «Ho sentito tanti che quasi giustificano questo evento con la cattiva abitudine di costruire case ovunque, ma questo non può fare diventare giusta la morte di cosi tanta gente. Amate la vostra terra, rispettatela e non fatela distruggere a nessuno. Preservatela perché è la più bella del mondo». E poi ha dimostrato che parlava sul serio, mica così per dire. Boato e lacrime. Insomma, da quando iniziano le note dell’apertura Vivo fino alla conclusiva e inedita Gli unici (dedicata al pubblico), la Zeromania ha dimostrato di essere ancora viva, altro che.

E quando lui dopo lo show, nei camerini, annuncia che il sindaco di Roma Alemanno gli ha chiesto di ripresentare un nuovo progetto per Fonopoli (dopo che durante l’era Veltroni era passato in archivio), si è capito che quest’artista controverso ma candido, provocatorio ma rassicurante, in fondo è soltanto a un nuovo inizio. Bentornato.

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