Con il Requiem cala il sipario sul «K Festival»

Sul podio Mc Creesh che proporrà di Mozart anche la «Musica funebre massonica»

Pietro Acquafredda

Questa sera si conclude l’edizione 2006 del «K Festival» dell’Accademia di Santa Cecilia, con sempre crescente gradimento di pubblico, con tutti i concerti, indistintamente, presi d’assalto, sia quelli sinfonici, ospitati nella capiente Sala Santa Cecilia, sia quelli cameristici, riuniti sotto l’etichetta «Progetto Brunello», in Sala Sinopoli. L’Accademia può esserne soddisfatta, avendo anche registrato la presenza consistente di nuovo pubblico. Ora si chiude con due opere magistrali della produzione di Mozart. La cosiddetta Musica funebre massonica in do minore per orchestra K 477 (apparentemente scritta per il funerale di due «fratelli» massoni nel 1785; in realtà frutto di «riciclaggio» ed aggiustamento di un precedente brano destinato all’insediamento del «Gran maestro» massone, Carl von Koenig) e l’enigmatico incompiuto Requiem in re minore K 626, per soli coro e orchestra, del quale a chi ha visto il celebre Amadeus di Forman pare di sapere quasi tutto, perfino il modo in cui Mozart avrebbe in parte scritto materialmente e in parte dettato, alcuni celebri e concitati passaggi della sequenza Dies Irae che nella liturgia della «messa per i defunti» è parte centrale e nevralgica e nell’opera mozartiana rappresenta l’ultima parte completata. In realtà molti sono ancora i punti oscuri della celebre composizione. Sappiamo della commissione al musicista da parte di un eccentrico ricco signore con mire musicali, il conte Franz von Walsegg, ed in tal senso la ricerca è giunta ormai ad un punto fermo; mentre possiamo solo ipotizzare quale reazione ebbe Mozart alla eccentrica richiesta (il conte in questione - complice il musicista? - avrebbe dovuto assumersene la paternità di compositore); e non possiamo mettere ancora la parola fine all’elenco di coloro che completarono e ricostruirono le parti mancanti dell’opera, oltre il fedele Sussmayr, su richiesta della moglie del musicista, Costanza, e quali parti assegnare a ciascuno. Nel concerto ceciliano il Requiem viene presentato in una nuova veste, secondo la ricostruzione completa effettuata nel ’92 dal musicista Duncan Druce, che attendiamo alla prova dei fatti, e che dice di aver studiato a fondo il manoscritto mozartiano e di essersi attenuto, nel completare l’opera, molto più di Sussmayr e degli altri, alle indicazioni dell’autore.


Auditorium. Sala Santa Cecilia. Oggi e domani, ore 21. Mozart: Requiem (K 626), Musica funebre Massonica (K 477). Direttore Paul McCreesh. Solisti Forte, Pinti, Poli, Abete. Biglietti: 10 euro; 6 euro (ridotti). Info: 06.8082058.

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