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Respinto Salvini: tornano gli sbarchi

Navi, barche fantasma e rotta balcanica: l’invasione è ripartita. Il ministro bloccato da toghe, sindaci e Ong

Respinto Salvini: tornano gli sbarchi

G li sbarchi sono ricominciati. Come tutte le estati. Nonostante il ministro dell’Interno, nonostante i tanti annunci fatti e i porti chiusi. A parole. Perché, nei fatti, come dimostra lo sbarco di ieri a Pozzallo, sulle nostre banchine continuano ad arrivare i migranti. Perché in ballo non ci sono solo Salvini e la sue dichiarazioni, ma una intera galassia di istituzioni che si mettono di traverso al Viminale. E che tifano invasione.

Un piccolo elenco: i sindaci che, nonostante le indicazioni di Roma, spalancano le porte delle loro città agli immigrati. I giudici - come quelli finiti nella maldestra «lista» del leader della Lega - che bloccano ogni tentativo di drenare i flussi e sprecano il loro tempo cercando di portare alla sbarra lo stesso ministro. Le Ong, che continuano a pirateggiare indisturbate nel Mediterraneo e a fornire il loro servizio di taxi. E poi ci sono i Paesi dell’Unione che non collaborano e hanno buon gioco nel trasformare l’Italia nel campo profughi della Ue. Un asse trasversale che va dalla sinistra chic di Macron - che blinda ermeticamente i suoi confini - ai sovranisti che sono amici di Salvini, ma evidentemente non abbastanza da accettare le quote di redistribuzione dei migranti.

E poi, ancora, tutto un retroterra culturale che nel nome del buonismo cerca di far passare per cattivismo ogni legittimo tentativo di regolamentare l’immigrazione e i respingimenti: dall’associazionismo cattocomunista al Vaticano, passando per tutto il ceto cultural-intellettuale che conta. Alla fine dei conti, quello respinto, sembra proprio Salvini.

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