Restano in cella i 25 autonomi di corso Baires

Restano in carcere i venticinque esponenti dei centri sociali arrestati per i disordini avvenuti in corso Buenos Aires l’11 marzo. Il Tribunale del riesame, ieri, ha confermato tutti gli arresti. Nelle ordinanze firmate dai giudici Enrico Tranfa, Guido Piffer ed Emilio Epinendio si legge che gli indagati «palesano una non comune capacità di commettere reati contro l’ordine pubblico con uso di violenza», e di «agire per una finalità unitaria con la consapevolezza del ruolo svolto da altri e con la volontà di agire in comune». Secondo i giudici, dunque, sono confermati «il permanere della spinta a delinquere», «il pericolo di recidiva» e il rischio «di inquinamento probatorio».

I venticinque autonomi sono stati incastrati grazie alle decine di immagini foto e video raccolti dagli inquirenti, ma a pesare è stato anche l’atteggiamento che avrebbero tenuto nel corso degli interrogatori davanti al pm Piero Basilone. Un atteggiamento «omertoso» volto a coprire i corresponsabili (altri diciannove appartenenti ai centri sociali, che restano indagati), e che senza la collaborazione degli arrestati difficilmente saranno identificati.

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