
Qualche giorno prima hanno letteralmente passeggiato. Partitella contro il Gubbio, quattordici a uno. Vabbè, tutto regolare. Specialmente perché da un lato del campo c'è il Brasile di Sebastião Lazaroni, che si sta preparando per il - disastroso - mondiale di Italia '90. Dall'altro una squadra di serie C. Si allenano rilassati e sorridenti. Ignorano, i verdeoro, che stanno per rimediare una colossale figuraccia da lì ad una manciata di giorni.
Taffarel, Dunga, Alemão, Branco, Careca, Romário, Aldair, Bebeto e Mazinho: c'è questa gente qua, tra le fila del Brasile. Forse non è la migliore versione di sempre, d'accordo, ma c'è comunque abbastanza talento per disintegrare la prossima squadra che è destinata a fare da sparring partner. Che, nella fattispecie, è una rappresentativa dei migliori calciatori di due delle migliori squadre umbre di C1, composta da calciatori del Perugia e della Ternana. Formazione: Vinti, Borrello, Sciannimanico, Eritreo, Rossi, Forte, Del Piano, Cozzella, Riommi, Giunchi, Altobelli, Luiu e Artistico. Il mister designato per questo surreale confronto è Claudio Tobia.
Si gioca allo stadio Liberati di Terni, la sera del 28 maggio 1990. Sugli spalti è tutto esaurito. Sono tutti premuti per godersi dal vivo il grande Brasile, che non è una roba decisamente comune, da queste parti. I media carioca hanno esoticamente ribattezzato gli avversarsi con il nome di Combinado da Úmbria, ma per gli italiani si tratta, più semplicemente, della Top Umbria. Sugli spalti si ridacchia e il clima è rilassato. Forse non ne prenderanno quattordici, ma comunque finirà certamente in goleada. Ci sarà da divertirsi. Sono molti anche i supporter brasiliani che, arrivando per l'occasione in Italia, sono venuti ad assistere alla preparazione.
L'arbitro, tal Sandro Cupelletti, fischia l'inizio. Possesso palla Brasile, come c'era da aspettarsi. Gioco fluido, scambi, gomiti stabilmente piazzati nella metà campo umbra. Solo che al primo contropiede la selezione locale riesce a conquistare un calcio di punizione. Siamo molto lontani dalla porta difesa da Taffarel, ma c'è un problema. C'è che sul pallone si posiziona Ciccio Artistico - all'epoca bomber perugino, letale tanto in area quanto da fuori - e se ne frega ampiamente, di tutto quello spazio. Calcia in porta, dritto per dritto. Parte un missile che ha impresso un effetto strano, una curvatura che sorprende Taffarel. Il portiere brasiliano non ci arriva: 1-0 Umbria. Roba da manicomio.
Ora i giocatori verdeoro si guardano un po' straniti, ma certo non sudano freddo. Nemmeno i tifosi sugli spalti. Golazo! dice intanto un telecronista brasiliano appollaiato in postazione stampa. Massì, dai. Giusto il gol della bandiera, un tiro da casa sua che se ci riprova cento volte finisce spedito in curva. Ora recuperiamo e li seppelliamo di reti. Già. Il fatto è che quando in campo le forze sono impari, è proprio così che dovrebbe andare. Eppure la teoria sbatte penosamente contro la pratica. Il Brasile si mette a comandare il gioco, attacca, ma non sfonda. Primo tempo con il risultato sigillato. Ripresa che segue lo stesso copione: l'Umbria chiude ogni pertugio. Raddoppia sui campioni carioca. Sradica palla e tenta di ripartire ogni volta. I ragazzi di Lazaroni cominciano ad infastidirsi e premono più forte, ma il risultato resta inchiodato. La gente radunata sugli spalti stenta a crederci. Fischio finale. Umbria - Brasile 1-0. L'impossibile che si materializza. Locali con le mani tra i capelli per l'impresa appena compiuta. Nazionale carioca allucinata.
Una mazzata, per i verdeoro, che è il preludio alla delusione atroce che verrà rimediata qualche settimana più tardi, quando gli odiati cugini
dell'Argentina li spediranno fuori agli ottavi di finale del campionato mondiale. Così, nello sparuto gruppo di quelli che possono vantarsi di aver umiliato i migliori, per sempre, c'è inciso il nome di una combriccola umbra.