Il restauro del Ponte di BassanoMade in, Berlino non s'arrende
26 Aprile 2014 - 07:32 Un passo importante. Fondamentale per la valorizzazione dell'alta qualità della produzione manifatturiera italiana.
«Un'arma in più per le imprese nella lotta alla contraffazione e nella trasparenza sul mercato, assicura piena reciprocità con partner commerciali quali Usa e Cina, tutela i consumatori sul tema della salute e della sicurezza». Così il presidente di FederlegnoArredo, Roberto Snaidero, commenta il «sì» di Strasburgo al Made in.
Nel testo, grazie al vicepresidente della Commissione europea e commissario per l'Industria e l'Imprenditoria, Antonio Tajani, è stata inserita l'indicazione obbligatoria sull'origine dei prodotti non alimentari.
Il Made in, per il quale l'Italia si batte da anni, è passato in plenaria, in prima lettura, con 485 voti favorevoli, 130 contrari e 27 astenuti. Il voto è stato incerto fino all'ultimo, a causa della forte pressione del governo tedesco, tanto che per la Germania è sceso in campo addirittura il vicepremier, il socialdemocratico Signar Gabriel. Atteggiamento non condiviso pubblicamente dalla connazionale, compagna di partito e coordinatrice S&D sul provvedimento, Evelyne Gebhardt.
Ora occorre consolidare la posizione politica in vista della ripresa del negoziato con il Consiglio da parte del Parlamento che uscirà della elezioni del 25 maggio. È necessario superare il blocco della Germania e dei Paesi del Nord Europa. La Polonia è neutrale, e potrebbe fare la differenza.
«La nostra federazione si è impegnata sin dalle prime battute del dibattito, affinché si arrivasse alla creazione di uno strumento legislativo in grado di tutelare finalmente le aziende italiane.
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