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Il retroscena Le mosse del leader Pdl

RomaL’incontro è in agenda per oggi, quando Silvio Berlusconi è atteso al Quirinale per un pranzo con Giorgio Napolitano e per un giro d’orizzonte sullo stato dell’arte dopo cinque mesi di governo Monti. La sofferenza non solo dell’esecutivo ma anche dei partiti che lo sostengono è infatti palpabile e il capo dello Stato inizia a essere preoccupato non poco per la tenuta stessa della «strana» maggioranza che sostiene il governo. Non è un mistero, infatti, non solo che il gradimento del premier sia in caduta libera ma anche che il Popolo della libertà stia pagando non poco l’appoggio a Monti. Secondo gli ultimi sondaggi di Euromedia arrivati qualche giorno fa a Palazzo Grazioli, infatti, il 70 per cento degli elettori del Pdl esprime un pare negativo o comunque critico verso il governo. Un «conto salatissimo», spiega un ex ministro del Pdl molto vicino al Cavaliere, che «pagheremo in termini di voti già alle amministrative di maggio». E in effetti i segnali non sono proprio buoni se persino a Monza il candidato sindaco del Pdl Andrea Mandelli è sotto di sette punti (28% contro 35%) rispetto al candidato del centrosinistra Roberto Scanagatti, con la quasi certezza che al ballottaggio le sorti della sfida saranno nelle mani della Lega visto che il sindaco uscente Marco Mariani è dato al 20%.
Napolitano - le cui posizioni su un eventuale voto anticipato sono arcinote - è insomma alla ricerca di «rassicurazioni». E forse vuole anche tranquillizzare il Cavaliere sul fatto che il Pd non tenterà la via del voto a ottobre come Berlusconi ha detto qualche giorno fa durante un incontro a porte chiuse con i coordinatori regionali del Pdl. Detto questo, è chiaro che sul tavolo del faccia a faccia ci sarà anche e soprattutto la politica economica del governo, visto che il Pdl è da settimane che chiede un maggior impegno sulla crescita e una rimodulazione di una pressione fiscale che nel 2013 sfiorerà il 45%. Insomma, o su questo punto il governo inizia a mettere in cantiere interventi seri oppure il sostegno a Monti sarà sempre più difficile.
Probabile, poi, che il Cavaliere torni alla carica sul fronte giustizia con quegli stessi ragionamenti che nell’ultima settimana ha ripetuto più volte in privato ai suoi interlocutori: mi sono comportato responsabilmente e ho fatto un passo indietro per il bene del Paese eppure continuo a essere il bersaglio preferito della magistratura. Un «clima da campagna elettorale», aveva confidato a un vecchio amico giorni fa.
Intanto, continuano le grandi manovre nella cosiddetta Terra di mezzo nel tentativo di ridisegnare gli assetti al centro e unire i moderati che si riconosco nel Ppe. Ieri - presente anche Angelino Alfano - Berlusconi ha incontrato a Palazzo Grazioli Giuseppe Pisanu e alcuni dei 29 senatori firmatari della lettera in cui la scorsa settimana si chiedeva di «andare oltre il Pdl». Un obiettivo su cui il Cavaliere ha detto di concordare. Il punto è che con Pier Ferdinando Casini restano ancora dei nodi irrisolti visto che il leader dell’Udc pone come condizione pregiudiziale il cosiddetto lodo Antigua (e cioè che Berlusconi si faccia da parte definitivamente).

Una soluzione che evidentemente non convince molto il diretto interessato. Chissà se ieri - durante il lungo incontro nel cortile di Montecitorio - Casini, Paolo Bonaiuti e il senatore Guido Viceconte (uno dei firmatari della lettera di Pisanu) hanno parlato anche di questo.

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