Il pressing della Chiesa sul leader Udc Pier Ferdinando Casini – del quale Il Giornale aveva parlato già venerdì scorso – continua, in vista non tanto della scadenza del voto in aula il 14 dicembre, quanto piuttosto in previsione di ciò che accadrà dopo. Il cardinale Camillo Ruini, che agisce di concerto con il suo successore alla presidenza della Cei, Angelo Bagnasco, ha incontrato il leader Udc lo scorso 8 novembre. E negli ultimi giorni avrebbe parlato più volte con lui al telefono. Un ultimo scambio di vedute sarebbe avvenuto anche ieri.
Ruini, già presidente dei vescovi e Vicario del Papa, non sta ovviamente giocando una partita personale e le preoccupazioni che esprime sono condivise anche Oltretevere, oltre che dai vertici della Cei, dato che proprio il Segretario di Stato Bertone, nel corso di una cena che si è svolta in Vaticano mercoledì 17 novembre con alcuni esponenti cattolici, tra i quali il leader della Cisl Raffaele Bonanni, aveva espresso perplessità su Gianfranco Fini come pure sull’utilità del voto in questo momento. Sarebbe fuorviante immaginare che lo scopo di questi contatti, dal punto di vista della Chiesa, sia legato alle alchimie, alle formule e alle strategie delle alleanze. Ciò che «angustia» i vescovi è, invece, lo stato del Paese, l’incertezza sul suo futuro, il clima caratterizzato dai personalismi, le polemiche che si auto-alimentano. Ma anche il rafforzarsi, dopo le scelte del partito di Fini, di uno schieramento trasversale, fautore di una «modernizzazione» del Paese da attuare attraverso leggi che da sempre preoccupano il popolo cattolico. Come ad esempio quella sul fine vita, argomento su cui si continua a discutere animatamente dopo la trasmissione Vieni via con me di Fabio Fazio e Roberto Saviano, che due settimane fa ha dato ampio spazio alle storie di Eluana Englaro e di Piergiorgio Welby, ma non intende concederlo ad altre storie di segno diverso.
Era stato lo stesso Casini all’assemblea dell’Udc che si è svolta sabato 20 novembre a Milano a dire esplicitamente di aver ricevuto «inviti pressanti» dal mondo cattolico perché tenesse un atteggiamento «responsabile» nell’attuale congiuntura politica. A quell’assemblea aveva partecipato anche Bonanni. Le preoccupazioni espresse da Ruini riguardano innanzitutto l’ipotesi di alleanza «centrista» dell’Udc con i finiani di Futuro e Libertà, a motivo delle posizioni espresse negli ultimi due anni dal presidente della Camera sui temi eticamente sensibili. Ma anche le prospettive per il 14 dicembre e la possibilità, nel caso Silvio Berlusconi riuscisse a ottenere la fiducia, di una maggiore centralità nell’azione del governo per i temi che stanno a cuore ai cattolici, come ad esempio l’introduzione del quoziente familiare. Un’azione che potrebbe rafforzarsi anche grazie a un ruolo giocato da Casini.
Quello che «filtra» dai sacri palazzi è che di fronte alla confusa situazione politica del Paese non sembrano esistere contrapposizioni o rivalità tra la Segreteria di Stato vaticana e i vertici della Cei.
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