La ricerca oncologica è in forte ripresa Investimenti raddoppiati entro il 2009

Gianni Mozzo

Al termine della Conferenza nazionale sui farmaci, è stato annunciato che nei prossimi tre anni gli investimenti in ricerca (specialmente nell’area oncologica) raddoppieranno. Lo ha dichiarato il presidente di Farmindustria, Sergio Dompé, il quale ha quantificato in un miliardo di euro questo salto di qualità. «Non posso fare ancora i nomi delle aziende interessate», ha aggiunto «ma posso confermare che saranno almeno dieci e ciò dimostra che la sanità resta uno dei motori economici del nostro Paese». Questa convinzione è stata ribadita, nel corso della Conferenza, dal sottosegretario alla Salute Cesare Cursi.
Il presidente di Sigma Tau, Claudio Cavazza, ha ricordato che fra tutti i settori industriali italiani, quello farmaceutico è il settore che investe di più in ricerca, convinto che si tratta d’un fattore di sviluppo, di un’autentica conquista culturale.
Per questo, ha aggiunto, gli industriali del farmaco invocano un «marchio di certificazione per i prodotti italiani, marchio che garantisce un procedimento rigoroso e che permette di fare la differenza rispetto ad altri medicinali, che non hanno seguito i controlli di qualità».
L’impegno italiano annunciato da Farmindustria rende onore alla progettualità dei nostri ricercatori e mira a una forte crescita dell’occupazione qualificata (71 per cento, fra tre anni, contro la media attuale del 27 per cento). I tumori maligni, è stato confermato, rappresenteranno l’obiettivo principale dei nuovi investimenti. In seconda posizione, molto distanziate, ci saranno le malattie degenerative. Entrambe queste aree patologiche preoccupano gli esperti. Le nuove ricerche daranno, come tutti sperano, risposte esaurienti sul piano diagnostico e su quello terapeutico.


Un’altra notizia che conferma l’impegno dell’Aifa, organo regolatore della spesa farmaceutica, è che la spesa in parola è fortemente diminuita e tutto lascia pensare che non possa tornare a crescere, nel rispetto di indirizzi largamente condivisi.

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