Riciclaggio, tre club di calcio nella rete della magistratura

INCHIESTA Trasferimenti sospetti di contante e contratti fittizi per Empoli, Reggina e Cesena

Milano«Ti faccio una domanda stupida, ma tanto tu non ti scandalizzi. Adesso chi firma i contratti?». È il 23 gennaio del 2008. Pochi minuti dopo la mezzanotte. Al telefono, Giovanni Guastalla, a capo della società svizzera «Doge», e Giada Bozino Resmini, responsabile della filiale italiana della stessa srl. Il giorno prima è stato arrestato Manfred Hirschmann, amministratore di due società austriache (La Vidaco e la Commerz) su cui - secondo le indagini della Guardia di finanza di Milano - veniva riciclato il denaro proveniente dalle appropriazioni indebite ai danni della banca Italease. Hirschmann è una «testa di legno», un prestanome. Saltato lui, bisogna cercarne un altro. Perché c’è una «centrale di riciclaggio» da mandare avanti.
«Centrale di riciclaggio». Così la definiscono gli inquirenti. Prestazioni «inesistenti» e sovrafatturazioni che «rispondevano unicamente all’esigenza di creare una mera giustificazione formale al trasferimento di denaro dall’Italia all’estero». E promotore dell’intero sistema ci sarebbe proprio Guastalla, raggiunto ieri da un ordine di cattura firmato dal gip milanese Franco Cantù Rajnoldi assieme ad altre quattro persone. Tra queste, anche Salvatore Orlando (ora latitante in Svizzera), funzionario della Ubs di Ginevra, che - secondo le accuse - avrebbe messo a disposizione depositi bancari riservati e società off-shore.
Una galassia di società sparse tra Olanda, Lussemburgo, Inghilterra, Montecarlo e altri paradisi fiscali (Panama, Isole Vergini, Madeira) attraverso cui «trasferire dall’Italia all’estero e occultare denaro - scrive il gip nell’ordinanza di custodia cautelare - o utilità provenienti dai delitti di appropriazione indebita, evasione fiscale, emissione di documenti o fatture falsi». Denaro che poi rientrava in Italia «ripulito», attraverso corrieri (gli «spalloni») sotto forma di contante. In totale, circa 14 milioni di euro che viaggiano tra il luglio 2004 e il febbraio 2007. E a sorprendere è la capillare diffusione del sistema. Secondo il pubblico ministero Roberto Pellicano, titolare dell’inchiesta, i cinque arrestati (accusati di associazione per delinquere con carattere trasnazionale finalizzata al riciclaggio, all’emissione di fatture false, e ai reati tributari), erano in grado di individuare e contattare clienti italiani tramite procacciatori retribuiti con percentuali sulla somma movimentata. E a sfruttare il meccanismo erano in molti. Un elenco di società italiane che avevano intrattenuto rapporti finanziari con la Vidaco e la Commerz è stato inviato nei mesi scorsi alla Procura dall’Ufficio italiano cambi. C’è un po’ di tutto. Gruppi di intermediazione, società manifatturiere, piccole spa di telecomunicazioni, società di servizi, persino società in materia di diffusione pornografica. Ma non solo. Nell’elenco, infatti, compaiono anche tre squadre di calcio: la Reggina, l’Empoli e il Cesena. Tutte e tre avrebbero avuto rapporti contrattuali fittizi, utili solo al trasferimento di denaro dall’Italia all’estero. La Vidaco, ad esempio, avrebbe emesso una fattura per 70mila euro a titolo di provvigioni per la ricerca di nuovi giocatori per l’Empoli Fbc. Secondo gli investigatori, la prestazione esiste solo sulla carta. Ma ad approfittare della «centrale di riciclaggio» ci sarebbe anche il direttore finanziario di un’importante multinazionale farmaceutica, che - attraverso il pagamento di una commissione per una consulenza mai prestata del valore di 266mila euro. E in questo caso, sottolineano gli inquirenti, si configura il reato di appropriazione indebita.
Guastalla e Orlando, dunque, sarebbero le due facce della stessa medaglia. Al primo spetta il compito di «rastrellare» i clienti, al secondo quello di far viaggiare i soldi. Una forma di riciclaggio «raffinata», insiste il giudice, in cui sarebbero cadute anche «società editoriali».

Si tratta del gruppo Mondadori e L’Espresso, che pagarono (senza essere a conoscenza del fatto che il bonifico sarebbe finito su un conto della galassia Guastalla) poche migliaia di euro a un fotografo per due differenti servizi.

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