Roma

Riecco Brignano «Il mio show di soli antipasti»

Alessandra Miccinesi

«Se mi trovassi al posto degli spettatori che mi hanno visto al Costanzo Show, e si sono chiesti “ma questo che lavoro fa?” verrei a vedere questo spettacolo, che è contemporaneamente un urlo di gioia e una confessione involontaria del mio percorso umano e artistico. Scriverlo è stato un po’ come tentare di mettere nero su bianco l’impossibilità di realizzare uno show, un po’ quello che capita quando ci si ingozza di antipasti e poi non si riesce a mangiare il piatto forte». Un logorroico Enrico Brignano scherza nel foyer anticipando le linee portanti di Evviva!, una galoppata fuori dagli schemi della comicità che unisce il one-man-show al musical, le gag alla satira velenosa che nulla risparmia. Lo spettacolo debutta al Sistina il primo novembre. Scritta dallo stesso Brignano con Jaja Fiastri, Enrico Vaime, e Mario Scaletta, lo show è coadiuvato dalle musiche del maestro Armando Trovajoli.
I sogni mesti di un ragazzo di borgata, come dice lei, parcheggiati in piena Ztl: è stato difficile?
«Sì, anche se proprio in questo teatro mi sono fatto le ossa. Ero il suggeritore di Proietti nel monologo su Edmund Kean in Leggero leggero».
Scherza, ma non troppo, Enrico Brignano, felice di ricordare i tempi in cui annusava l’odore del palcoscenico dalle quinte.
Dagli aneddoti di quando imparava tutto a memoria, prestandosi a fare la controfigura del primo attore per la prova luci a oggi: ne è passata di acqua sotto i ponti, vero?
«Ero un ragazzo di periferia, e il mio mito era il carrozziere sotto casa, ad Acilia. Poi decisi di fare l’attore e aggiunsi alla lista dei miti i nomi di Bramieri, Proietti, e Montesano».
A tal proposito, qualcuno sussurra che lei ne sia l’erede artistico, è d’accordo?
«Forse, o forse lo richiamo solo perché anch’io mi chiamo Enrico, sono nato a Roma e come lui tifo Lazio. Però è un fatto: Enrico mi ha lasciato il palcoscenico (Montesano ha appena finito le repliche del suo recital Nojo vulevon savuar…ancor, ndr) proprio come la stecca sotto il militare. Arriverò alla sera della prima col mio spirito guascone».
Cosa deve aspettarsi il pubblico a parte il suo debutto di ballerino?
«Nessuno schema preconcetto, la mia impronta è la famiglia, il quotidiano. È questo il segno forte dello show. La famiglia sta diventando un valore diluito: una volta le mamme allevavano i figli a fettine panate e pomodori col riso. Oggi in casa scoppiano solo tragedie».
Nel sottofinale si sparlerà di audience: sta forse rinnegando il mezzo che le ha regalato la popolarità?
«Per carità no! Anche se da attore oggi ci penserei su prima di accettare un’ospitata: sbagliare trasmissione è un rischio».


Fino all’11 dicembre. Info: 06/4818848

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