Napoli - Campane a distesa dalle parrocchie della periferia di Napoli, il grido di aiuto dai quartieri del degrado: Scampia, Miano, Marianella, Piscinola, Chiaiano. Scendono in campo, a fianco della loro gente, i parroci di frontiera. Come 11 anni e 20 giorni fa, quando, dai pulpiti delle loro chiese, lessero un documento di condanna contro la giunta comunale e l’allora sindaco, Antonio Bassolino.
«Si suonano le campane a distesa, quando c’e' un avvenimento grave, che tocca tutta la comunità, come la spazzatura, e per richiamare alla riflessione. Come nei film di Don Camillo, quando il Po straripava e suonavano le campane», spiega don Francesco Minervino, uno dei quattordici parroci, che stasera alle 8, suonerà le campane della parrocchia di Maria Santissima Assunta in Cielo, nel cuore di Miano. Contemporaneamente, nella Cattedrale, l’arcivescovo, Crescenzio Sepe, terrà una veglia di preghiera per Napoli.
Tornando indietro con la memoria, era il 5 gennaio 1997, quando i «parroci di frontiera», lessero ai loro fedeli un duro atto di accusa contro Bassolino, accusato di avere «abbandonato quella Napoli che non si vede in cartolina». In calce al documento, una sola parola: «Vergogna». Sono trascorsi undici anni e venti giorni da quel clamoroso e coraggioso atto di accusa dei preti di frontiera ma nulla è cambiato nei quartieri del degrado. Anzi, la situazione è addirittura peggiorata: nuove e più cruente faide di camorra, aumento della disoccupazione, miseria, evasione scolastica. E munnezza. Migliaia di tonnellate di munnezza, anche adesso che nei quartieri residenziali si comincia a respirare meglio, in periferia, persino le carreggiate stradali sono invase da montagne di spazzatura.
Per stasera i parroci di frontiera del Decanato di Scampia (14 parrocchie, duecentomila abitanti), hanno deciso di far sentire nuovamente la loro voce, non con un documento ma con il suono delle loro campane, dalle parrocchie di don Alessandro Gargiulo, don Antonio Tarallo, don Guglielmo Marino.
Questo però non è un film di Guarechi, la munnezza è vera, l'abbandono è reale: Don Minervino, che cosa è cambiato rispetto a 11 anni fa? «Sperammo in un cambiamento. Ma, da allora, non solo la periferia, ma tutta Napoli e la Campania sono precipitate in un baratro ancora più profondo. Noi non possiamo permettere che la nostra gente viva in questa vergogna. C’è bisogno di un impegno della politica, non solo locale ma anche nazionale».
Dalla sua parrocchia della Resurrezione, un altro sacerdote di frontiera, don Vittorio Siciliani, replica ironico quando gli si chiede che cosa sia cambiato nelle periferie: «È offensivo solo a chiederlo». Dalla frontiera del rione don Guanella, a Scampia, c’è un altro sacerdote, don Aniello Manganiello, che stasera farà suonare le sue campane. «Il problema dei rifiuti non è mai stato affrontato seriamente. Qui, la gente si chiede dove sia finito tutto il fiume di denaro speso per la pulizia delle strade». Don Aniello ricorda il precedente del documento di 11 anni fa. «Successivamente incontrammo l’allora sindaco Bassolino, che volle farci credere di non avere responsabilità. E oggi? La gente lo chiamava Sant’Antonio ma Napoli, così come la Campania, con lui non hanno fatto passi in avanti. Anzi». E oggi che cosa direbbe al Governatore? «Di chiedere scusa ai napoletani, a questa gente che aveva una speranza ma che adesso si sente tradita. Ma, dopo le scuse, dovrebbe tornarsene a casa».
Intanto, contro la riapertura delle discariche, individuate dal Commissario De Gennaro, ieri ancora proteste e barricate della gente. Nel beneventano, contro la riapertura di Montesarchio, la gente ha bloccato strade e binari ferroviari.
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