Politica

«La riforma partirà col prossimo governatore»

Il presidente del Consiglio: «Dimissioni di Fazio? Agisca secondo coscienza, ma non si deve decidere sotto la pressione dei media. Auspico convergenze con l’opposizione»

Francesco Kamel

da Roma

Rocco Buttiglione, ministro per i Beni e le Attività culturali, come giudica la riforma della Banca d’Italia approvata dal governo?
«È una soluzione equilibrata, trovata in un momento difficile. È stato riequilibrato un sistema e si è fatta una buona riforma. Si va verso la collegialità e la trasparenza, ci sarà un più forte direttivo e si supera una situazione anomala in cui le banche controllate sono proprietarie del controllore».
È stato laborioso trovare l'unanimità?
«Non era facile ma ci siamo riusciti».
Rispetto alla bozza presentata da Siniscalco quali cambiamenti ci sono stati?
«È stato eliminato il limite d'età».
La riforma entrerà in vigore solamente a partire dal prossimo governatore. Fazio rimane al suo posto.
«Sui giornali c'era qualcuno che chiedeva che Fazio fosse mandato via subito e che fosse il governo a farlo. Ma il governo non può intervenire in questo modo perchè violerebbe le regole europee. Potevamo lavorare sul futuro ma non sul passato».
Dal centrosinistra dicono che hanno vinto i difensori di Fazio.
«C'erano solo due priorità. La prima era quella di rassicurare i mercati, fare una seria riforma dell'Istituto, superare una situazione in cui a torto o a ragione era emerso il verticismo della Banca d'Italia. In secondo luogo c'era l'esigenza di non fare invasioni di campo che compromettessero l'indipendenza di Palazzo Koch».
E Fazio?
«Contro Fazio sono stati utilizzati mezzi ignobili, e c'è stato un livore inaudito. In questi casi le intercettazioni dovrebbero essere distrutte, nemmeno secretate ma distrutte. E invece sono state utilizzate in maniera spregiudicata».
C'è una regia dietro gli attacchi al governatore?
«In Italia ci sono gruppi potenti che trovano sempre aperto qualche cassetto della magistratura».
Si riferisce alla pubblicazione delle intercettazioni telefoniche?
«L'utilizzo delle intercettazioni per fini politici è un fatto molto grave e preoccupante».
Per il premier, Fazio ora deve decidere «secondo coscienza». Secondo lei che farà il governatore?
«Non so cosa farà ma sono sicuro che Fazio ha una coscienza».
Ha parlato con Fazio in questi giorni?
«Non ci ho parlato ma avrei voluto farlo in questi giorni per esprimergli la mia solidarietà rispetto agli attacchi vergognosi di cui è stato oggetto. Poi ho pensato che per una questione di correttezza era meglio aspettare il Consiglio dei ministri».
Su Fazio c'è uno scontro tra finanza cattolica e laica o c'è altro?
«È uno schema più complesso che sfugge a questa contrapposizione. Ma ci sono alcuni settori della politica e dei media in cui c'è un'acredine anticattolica vergognosa».
Anche dal centrodestra lo hanno attaccato.
«C'è gente - Tremonti, Tabacci e tanti altri - che per convinzione e per legittimi interessi, fin dal 2001 ha polemizzato con Fazio, evidenziando alcune storture del sistema e alcuni punti su cui intervenire. Ma ci sono altri che, per interessi occulti, con ogni mezzo hanno fatto la guerra a Fazio senza avere vergogna di prendere di mira anche la sua famiglia. Questi due schieramenti e queste due posizioni vanno tenuti nettamente distinti. Ai primi si può dare rispetto e si può essere anche d'accordo con le loro posizioni. Anche se io lo sono solo parzialmente. Ma i secondi sono un’altra cosa e rappresentano una minaccia per la democrazia».
Il sindacato Falbi dice che la riforma è una beffa e che in questo modo ci si vuole appropriare del patrimonio di Bankitalia.
«È una posizione inintelligibile.

Il patrimonio della Banca d'Italia deve essere di proprietà pubblica e deve essere utilizzato nell'interesse della collettività».

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