Politica

Rimborsi, i tesorieri dei partiti si fregano le mani

Felice Manti

da Milano

Mentre i segretari dei partiti tessono la loro tela e le diplomazie sono al lavoro, c’è chi si frega le mani: sono i tesorieri. Che hanno già aperto le casseforti dei partiti in attesa del superbonifico del rimborso elettorale. L’assegno più cospicuo spetterà all’Ulivo, la formazione che alla Camera ha messo insieme Ds, Margherita e i repubblicani di Luciana Sbarbati: 141 milioni e 597mila euro circa. A Forza Italia, forte di una percentuale vicina al 24%, spettano 115 milioni e 485mila euro. An incasserà circa 58,7 milioni di euro, mentre l’Udc, forte del suo 6,76% si vedrà corrispondere 32,1 milioni, quasi 11 milioni di euro in più della Lega, «ferma» a 21,5 milioni. Nelle casse di Rifondazione comunista entreranno 31,2 milioni, alla Rosa nel pugno 12,7 milioni, all’Italia dei Valori 12,2 milioni e all’Udeur 6,6 milioni.
Il calcolo è semplice, e lo stabilisce la legge che regola la materia. Lo Stato versa cinque euro per ciascun iscritto nelle liste elettorali di Camera e Senato, per una torta complessiva che supera i 450 milioni di euro, già previsti dalla Finanziaria del 2006. L’ammontare complessivo, però, potrebbe salire a oltre 464 milioni se nel computo degli elettori venissero compresi anche i 2,6 milioni di elettori iscritti all’estero, grazie a una interpretazione più elastica della legge del 1999, quando il diritto al voto dei nostri connazionali residenti oltre confine non era ancora previsto. Per un tesoriere che sorride ce n’è anche uno che piange: quello del Partito dei pensionati, che per un pugno di voti rimarrà a bocca asciutta. La legge prevede infatti che il rimborso spetta ai partiti nella corsa ai seggi dei due rami del Parlamento hanno superato la soglia dell’1%. Il movimento di Carlo Fatuzzo, che si è apparentato al centrosinistra, è arrivato allo 0,9% alla Camera e ha sfiorato l’1% per appena 1.337 voti, che sommati ai 340.279 voti presi avrebbe portato nelle casse dei Pensionati un rimborso di 2,15 milioni di euro.

Stessa sorte per Alternativa sociale, il partito di Alessandra Mussolini.

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