Roma - Quando poco più di un anno fa (26 settembre 2006) fu ufficialmente investito della carica di comandante della polizia municipale di Roma, Giovanni Catanzaro confessò una precisa ambizione: «Far passare tra tutti i vigili la consapevolezza che svolgiamo un servizio che non è raccogliere i soldi delle multe, ma lavorare per una migliore vivibilità della città. Se si fa una contravvenzione per divieto di sosta, non si fa per portare soldi, ma per migliorare la scorrevolezza del traffico».
Chissà se ai suoi colleghi sono venute in mente queste parole quando ieri mattina hanno aperto il Messaggero (le foto che qui riportiamo sono state concesse proprio dal giornale romano) dove campeggiava un servizio con il titolo «Il comandante dei vigili? In zona rimozione». In buona sostanza Catanzaro è stato immortalato mentre parcheggiava l’auto in zona rimozione lasciando in bella mostra un contrassegno arancione che segnala l’auto come a disposizione di un disabile.
Immediato il «ben servito» veltroniano, che arriva verso mezzogiorno alle agenzie di stampa attraverso uno scarno comunicato in cui si annuncia la decisione del primo cittadino di «revocare l’incarico al comandante dei vigili». Fonti capitoline assicurano che la decisione è stata presa proprio in conseguenza della delicata posizione in cui è venuto a trovarsi il comandante Catanzaro che - a detta del quotidiano romano - avrebbe inoltre usato un permesso per disabili perso da un’anziana signora, per parcheggiare la sua autovettura personale in divieto di sosta con rimozione forzata in via della Croce, in pieno centro storico. La scivolone del comandante sembra tanto macroscopico che restano sbigottiti anche i suoi più accesi detrattori nel riunirsi nel coro dei «l’avevamo detto». Tra i primi Gianni Alemanno, presidente della Federazione romana di An, che se da un lato plaude l’iniziativa di Veltroni, dall’altro sottolinea che «meglio avrebbe fatto il sindaco ad ascoltare le nostre perplessità sulla nomina di questo personaggio ai vertici della Polizia municipale».
Dopo qualche lustro passato a dirigere proprio il comando del centro storico, Catanzaro era stato trasferito nel 2002 al comando Mobilità e grandi eventi (quasi una sine cura in confronto alle responsabilità di un comando territoriale). Ed è proprio per la singolarità di questa rimozione-promozione che ha destato non poco stupore la sua improvvisa nomina, nel giugno del 2006, a comandante provvisorio da parte di un Veltroni appena reinsediato in Campidoglio.
Catanzaro ha subito cercato di minimizzare lo scivolone. «Si è trattato di una leggerezza - ha commentato il comandante rimosso - non mi sono reso conto che il permesso per disabili esposto era quello scaduto che per errore la mia compagna aveva utilizzato lo stesso giorno per accompagnare l’anziana madre, titolare regolare di tale permesso». Catanzaro ha poi puntualizzato sulla presunta irregolarità del parcheggio. «Il Codice della strada all’articolo 7 dice che dopo le 20 sotto il cartello di sosta vietata ve ne deve essere uno aggiuntivo con l’indicazione “anche di notte”».
Insomma Catanzaro promette battaglia e si lamenta della «gogna mediatica» messa subito in funzione. I «furbetti» sarebbero altri e non certo lui, che soltanto sabato scorso annunciava la «linea dura» contro i locali che contravvengono alle disposizioni della legge Bianchi.
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