Una era attesa la scorsa settimana ma sono slittate al 17 dicembre le sentenze nei processi per omicidio stradale che vedono coinvolto l'assessore alle Opere pubbliche Marco Granelli. La Procura ha chiesto una condanna a un anno e 4 mesi per la morte di Veronicà d'Incà, investita il primo febbraio 2023 su una pista e di viale Brianza e un anno per il procedimento che riguarda la morte di Cristina Scozia, travolta da una betoniera nell'aprile 2023 mentre percorreva la ciclabile tra via Sforza e corso di Porta Vittoria. Granelli risponde di presunte irregolarità nella realizzazione di quelle piste, autorizzate durante la prima giunta Sala quando aveva la delega alla Mobilità. Dal 2021 invece Sala gli aveva affidato la Sicurezza, anche se dopo le polemiche quasi quotidiane su scippi e aggressioni (anche) da parte di influencer, gli aveva affiancato per un annetto come "consulente" l'ex capo della polizia Franco Gabrielli. E dopo il mini rimpasto scattato a marzo, Sala ha deciso di assumere le deleghe. Giorni fa ha ribadito di averlo fatto "per un motivo anche tecnico" e perchè "tanto sulla sicurezza la colpa è sempre del sindaco". Ma nelle scorse settimane e ancora durante il vertice sul rimpasto due giorni fa con i segretari milanesi dei partiti di maggioranza - Alessandro Capelli (Pd), Francesca Cucchiara (Europa Verde), l'assessore Emmanuel Conte per la Lista Sala, Francesco Ascioti (Azione), Ivan Scalfarotto (Italia Viva) e Giuseppe Roccisano (Sinistra Italiana) - ha ribadito che al 12esimo nuovo assessore che entrerà in giunta dopo le dimissioni di Giancarlo Tancredi a luglio non affiderà la Sicurezza, come chiede da tempo Azione. Potrebbe tenere la delega fino a fine del mandato ma ha aperto all'ipotesi di cederla "a un esponente già in giunta" o a nominare un altro consulente tecnico-politico. E quando parla di assessore in carica, per ora pensa a Granelli in caso di assoluzione. Se sarà condannato non gli chiederà comunque di dimettersi, se sarà prosciolto tornerà al vecchio incarico. É anche per questo che i segretari non prevedono una chiusura a breve del rimpasto. Il prossimo incontro è fissato il primo dicembre ma si dovrebbe attendere almeno il 17, a meno di procedere in due step.
La new entry potrebbe occuparsi di Politiche giovanili e inclusione sociale, accorpando deleghe sparse tra gli assessorati allo Sport, Cultura, Welfare, una proposta dei Verdi. Azione ha ribadito che il partito è l'unico a non essere rappresentato in giunta. E il segretario Ascioti ha dichiarato che "permangono distanze nella coalizione. Abbiamo chiesto discontinuità su una serie di temi fondamentali che esasperano i milanesi, su tutti la sicurezza e più in generale le questioni legate al costo della vita per famiglie e giovani. Anche se molto dipende dall'azione del Governo e non tutto dipende dalle scelte del Sindaco, si può fare molto per migliorare". Il gruppo continua a chiedere un deciso cambio di passo: "Bisogna stendere un programma chiaro e sostenibile per la fase finale del mandato, correggendo la rotta dove sono stati fatti errori e facendo tesoro delle esperienze". Il partito di Calenda sarebbe pronto a respingere eventuali ruoli da delegato esterno o "garante politico".
Il consigliere Daniele Nahum ricorda che dal via libera alla vendita di San Siro al Salva Milano "Azione, con il gruppo dei Riformisti, è stata la forza di politica più leale della coalizione". Trova "paradossale che si parli di un assessorato a Giovani e Inclusione sociale, quando le deleghe già ci sono, e non di un assessore che si occupi di Sicurezza a tempo pieno".