da Londra
La sua unica colpa è stata chiedere ai piccoli alunni di trovare un nome a un orsetto di pelouche. I bimbi hanno deciso per Maometto e adesso la loro insegnante rischia sei mesi di carcere, quaranta frustate o una multa. Mica facile fare la maestra in Sudan per una signora occidentale. Oltre che dal caldo infatti, Gillian Gibbons, una mite educatrice cinquantaquattrenne di Liverpool, dovrà difendersi dallaccusa di aver insultato il Profeta dellIslam e tutto a causa di una semplice sperimentazione scolastica e forse di un esercizio di democrazia troppo ardito. Vai tu a far votare dei bambini sul nome di un orsacchiotto, poi finisce che ti arrestano pure.
Ieri lambasciata sudanese a Londra ha definito lepisodio «una tempesta in una tazza di tè», ma intanto la povera donna è agli arresti da domenica scorsa. E si sarà pure trattato di un equivoco culturale, ma a quanto pare il caso verrà comunque sottoposto allattenzione di un giudice nonostante gli sforzi diplomatici già messi in atto dal governo britannico. Ma cosè successo di tanto grave? Miss Gibbons, che è madre di due figli già grandi, è arrivata nella scuola elementare sudanese Unity High School, lo scorso agosto, per avviare un corso dinsegnamento sugli animali e il loro ambiente. Il protagonista di questanno era lorso, così, per invogliare i bambini a partecipare attivamente alle lezioni, la signora ha pensato di portare in classe un orsetto di pelouche ricevuto in regalo da un parente, invitando poi tutti a scegliere un nome adatto per il nuovo amico. Su una lista di otto nomi, venti bimbi su ventitré hanno votato per Maometto. Come ha raccontato ieri un suo collega sul Guardian online, Gillian avrebbe voluto chiamarlo Faris, ma ha scelto di rispettare la scelta dei bambini, quasi tutti musulmani. Ha poi voluto che i piccoli prendessero confidenza con lorsetto, portandoselo a casa a turno e scrivendo su un diario che cosa facevano assieme a lui. Tutto veniva poi annotato su un quaderno speciale che in copertina portava la fotografia dellorsetto corredato da un messaggio che diceva «il mio nome è Maometto». Apriti cielo. Dopo qualche mese la signora Gibbons è stata arrestata dalla polizia sudanese con laccusa di vilipendio allIslam.
Secondo le prime notizie sembra che molti genitori abbiano denunciato lesperimento didattico alle autorità costringendo quindi la polizia a intervenire, ma ieri un collega della Gibbons ha dichiarato che tutte le famiglie erano subito state avvertite con una lettera del nome scelto per lorsetto e nessuno si era sognato di protestare. Questo comunque non esclude che qualcuno non abbia deciso in seguito di presentare direttamente una denuncia alla polizia senza avvertire le autorità scolastiche. Comunque siano andate le cose, la signora ha già trascorso due notti nella prigione di Khartum, ma ancora non è stata incriminata. «È sotto interrogatorio - ha dichiarato ieri Ahmed Abdel Rahim, della polizia sudanese - vedremo in un secondo momento se incriminarla o no». Intanto gli agenti hanno voluto ascoltare anche la versione dei fatti dei genitori della classe della Gibbons.
Il portavoce dellambasciata sudanese a Londra ha tentare di spiegare come un simile pasticcio possa essere accaduto. «Il nostro bagaglio culturale è molto diverso - ha detto alla Bbc Khalid Mubarak -, in Sudan non abbiamo orsetti, per noi lorso è soltanto un animale feroce e pericoloso».
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