Politica

Risparmio, il disegno di legge arriva in Senato

Entro domani la presentazione degli ultimi emendamenti. Ottimista il relatore Semeraro (An): «Rispetteremo i tempi»

Silvia Marchetti

da Roma

Il Senato ha riaperto i battenti e all’ordine del giorno c’è il ddl sul risparmio, reso più «urgente» dalla «collegata» riforma di Bankitalia. Entro domani - termine ultimo per la presentazione degli emendamenti - il testo di riforma varato dal governo approderà in aula. La discussione inizierà la prossima settimana e il testo, negli auspici sia della maggioranza che dell’opposizione, dovrebbe essere licenziato per la fine di settembre. Il tempo stringe, l’Italia deve recuperare la sua perdita di credibilità e l’unico modo per farlo è approvare in fretta, insieme alle norme sul risparmio, le modifiche sostanziali di Via Nazionale. Anche perché sono in molti, soprattutto nella Cdl, a credere che la definitiva chiusura del «caso Fazio» avverrà solo quando il ddl sarà legge. Lo spirito «bipartisan» con cui l’ex ministro Giulio Tremonti battezzò il ddl sul risparmio all’indomani dei crac Cirio e Parmalat, sembra rinnovarsi: l’opposizione è aperta a un dialogo costruttivo. Ci potrebbero tuttavia essere delle divergenze sul grado di «intensità» del ddl tra coloro che spingono per un ritorno alla radicalità della «bozza Tremonti» (vedi il passaggio della concorrenza all’Antitrust) e chi invece è sodisfatto con l’attuale impianto della riforma.
Ma i tempi legislativi dovrebbero essere rispettati. «La tabella di marcia del ddl sarà rispettata nonostante l’emendamento su Bankitalia - assicura il relatore Giuseppe Semeraro (An) - nel giro di due settimane a partire dalla ripresa dei lavori in aula, Palazzo Madama licenzierà il testo per la Camera». Ora, le forze politiche devono concentrarsi su una approvazione rapida, lasciando da parte la «questione Fazio». Semeraro si associa alla linea attendista: le dimissioni del governatore (a meno che non lasci prima) potranno essere affrontate solo «dopo l’approvazione del ddl da parte di entrambe le camere». Per non intralciare la discussione, sarebbe dunque meglio evitare lo «scoglio» del passaggio della concorrenza bancaria all’Antitrust. Semeraro è convinto che si tratti di «una prerogativa che deve rimanere sotto certi aspetti a Bankitalia, e la maggioranza sembra determinata in maniera univoca nel senso prospettato dall’emendamento del governo». Tuttavia, non sono esclusi colpi di scena. Stefano Saglia (An), per esempio, tra i primi relatori al ddl sul risparmio, non la pensa allo stesso modo del compagno di partito. Ma anche dentro Forza Italia ci sono posizioni non totalmente convergenti. Guido Crosetto e Renato Brunetta, consigliere economico di Palazzo Chigi, oggi presenteranno una mozione parlamentare sulla riforma di Palazzo Koch per «rafforzare» l’emendamento del governo. Un «doppio binario» dove affrontare la governance (mandato a termine, collegialità e procedure decisionali) da affiancare alla parte tecnica del ddl, che secondo i due esponenti azzurri dovrà contenere il passaggio della concorrenza all’Antitrust.
Ma anche i Ds pensano che la «complesità» della riforma di Via Nazionale necessiti di altri strumenti legislativi. «Forse sarebbe utile - spiega Gavino Angius - definire un ordine del giorno che impegni il governo a presentare entro 3-4 mesi una legge ad hoc». Entro domani il partito di Fassino presenterà due emendamenti, uno sul trasferimento della concorrenza all’Antitrust, l’altro sull’estensione del mandato a termine del governatore da 7 a 8 anni, per «renderlo uguale a quello della Bce». Mentre sul limite d’età, non ci sarà «alcun emendamento - assicura Angius -, non è opportuno».

Temi che saranno affrontati oggi in un vertice dell’Unione.

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