In centro si chiudono tre ospedali, nel resto della regione si tagliano migliaia di posti letto e per fare le analisi del sangue si pagano decine di euro. Proibitivi i costi di accertamenti diagnostici come ecografie o risonanze magnetiche. A tutte queste difficoltà, per gli abitanti del quartiere Marconi si aggiungono i problemi del poliambulatorio dellAsl RmD di via Vaiano che doveva aprire i battanti alla ripresa autunnale, ma nel quale, invece, sono stati bloccati i lavori di riqualificazione.
Della vicenda si stanno occupando Piergiorgio Benvenuti (Provincia di Roma) e Luigi Celori, consigliere regionale An-PdL e presidente della commissione di riforma del sistema sanitario regionale. «Dopo aver incontrato in questi giorni i cittadini insieme con il comitato di quartiere Progetto Magliana, presieduto da Claudio Di Chiara, presso il circolo presieduto da Luigi Spagna, ed aver discusso del blocco dei lavori dello stabile di via Vaiano - hanno spiegato - se a breve non riceviamo risposte circa la ripresa dei lavori, siamo pronti a scendere in piazza».
«Sulledificio in questione - hanno ricordato lo stesso benvenuti e Fabio Ficosecco consigliere Pdl in XV Municipio - sembra gravare una sorta di maledizione. Dapprima sede del XV Gruppo della Polizia municipale, successivamente destinato a sede del commissariato San Paolo della Polizia di Stato, questultimo progetto mai realizzato, è infine stato destinato a Poliambulatorio dellAzienda sanitaria RmD. Nel frattempo, lo stabile è stato più volte occupato da nomadi e senza fissa dimora che hanno causato ingenti danni alle strutture interne».
«I lavori di ristrutturazione delledificio hanno spiegato gli esponenti del centrodestra - sono stati deliberati dalla Regione Lazio per una base dasta di euro 1.383.098,73 e la consegna dellimmobile doveva avvenire il 27 luglio 2006, ma i lavori sono stati bloccati dapprima nel maggio 2007, ripresi prima della tornata elettorale del 2008 e subito dopo sospesi».
«Su via Vaiano - ha sottolineato Celori - presentai uninterrogazione a Marrazzo per sollecitare la ripresa dei lavori ma, dalla data del 31 maggio 2007, dopo diverse mie sollecitazioni, ancora non abbiamo avuto risposta».
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