Cronaca locale

Il risveglio del quartiere bene «Adesso viviamo nella paura»

Gli abitanti delle lussuose palazzine che sorgono attorno a via Comerio in zona Fiera : «Fino a ieri questo era uno dei posti più tranquilli di Milano»

Il risveglio del quartiere bene «Adesso viviamo nella paura»

Via Comerio è una piccola via stretta tra corso Sempione e i padiglioni della vecchia fiera di Milano. In fondo a questa corrono i binari della ferrovia, spartiacque ideale di due antitetici modi di vivere la città: al di là del confine ferroviario vive e si muove la «Milano da bere» dell’Arco della Pace, quella del divertimento e dei locali aperti fino a tarda notte; da questa parte, invece - a non più di dieci minuti di tram da piazza Duomo - sorge uno dei quartieri residenziali più agiati della città, dove ai citofoni non compaiono nomi e cognomi ma anonimi numeri e dove gli annunci immobiliari affissi sui cancelli dei palazzi parlano di «abitazioni di 190 metri quadri con doppio salone, cucina abitabile, studio, quattro camere e tre bagni». Roba da ricchi, insomma.
Ma, ieri mattina, il risveglio di una delle zone più «in» della città - dove i prezzi delle abitazioni s’impennano fino ad arrivare a 5mila euro al metro quadro - è stato quantomai brusco: gli abitanti di questa ricca manciata di vie - da sempre abituati a vivere sul «chi va là» adesso si sono sentiti davvero in pericolo. E giurano che d’ora in avanti «dormiranno con un occhio aperto».
«Incredibile - commenta Maria Teresa, portinaia da più di 23 anni nel palazzo all’angolo tra via Comerio e via Tonoli -: è la prima volta che succede un fatto così grave. Questa è sempre stata vista come una delle zone più tranquille di Milano». «Sicuro - ribatte un’anziana inquilina -. Ma da oggi metterò l’antifurto anche quando esco di casa soltanto per pochi minuti, perché la prudenza non è mai troppa». E quando accadono disgrazie come quella di ieri, lo è ancora di meno.
Basta però compiere una passeggiata attorno all’isolato per immergersi immediatamente in quell’atmosfera ovattata che circonda la zona, lontana anni luce dal caos, dal traffico e dai rumori della Milano che noi tutti conosciamo. «Sono stata svegliata questa notte dalle sirene dell’autoambulanza - racconta Carla mentre in compagnia della badante romena compie una passeggiata nei vicini giardini - ma qui non siamo abituati al chiasso: gli unici rumori che si sentono sono le urla dei bambini che escono da scuola». E quando le si spiega che i ladri avevano un forte accento dell’est europeo ha un sussulto: «Senza di lei - esclama indicando il suo “angelo custode” - sarei persa: attenti a non generalizzare le situazioni». «Abito qui da una vita - racconta Renato, mentre accompagna il proprio cane durante la passeggiata mattutina - e non ricordo sia mai successo niente di così grave. Qui si vive tranquilli e il quartiere è molto ben sorvegliato sia dalle forze dell’ordine che dalle numerose telecamere che sorvegliano la vicina caserma. Secondo me, i ladri che hanno agito questa notte sapevano molto bene come e dove muoversi». Ma non tutti la pensano allo stesso modo: «Questa era, e sottolineo era, una zona tranquilla - borbotta Simona, barista, impegnata a servire caffè ai suoi clienti - purtroppo anche qui sta prendendo piede questo pericoloso trend di insicurezza diffusa: sempre più spesso chi entra nel mio bar si lamenta di furti, rapine e borseggi. Bisogna fare qualcosa».

E in fretta.

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