LA RITIRATA ANTIOCCIDENTALE

LA RITIRATA ANTIOCCIDENTALE

Che Romano Prodi dichiari che, se l'Unione dovesse andare al governo, ritirerebbe le truppe di «occupazione» dall'Irak, è qualcosa di più di una gaffe. Mostra che l'Unione è, di fatto, dominata dalla cultura di Bertinotti e che il criterio della sua identità è nella tradizione estrema della cultura comunista, quella cioè che ha avuto origine nella componente extraparlamentare. Questa cultura ha conservato il concetto di un'alternativa al sistema capitalistico nel suo complesso, abbandonando il riferimento alla classe operaia e accettando l'emarginazione come alternativa sociale di sistema. Ha cioè sostituito il concetto di rivoluzione con il concetto di antagonismo interno al sistema capitalistico. È la rivoluzione culturale degli anni '70 l'ambito in cui questa cultura nasce, dando luogo anche ad una organizzazione terroristica come le Brigate rosse e ad altri gruppi eversivi, ma creando al tempo stesso un'opposizione di dottrina, di convinzione e di sentimenti che costituisce un pensiero identificante una militanza.
Nel mondo la sinistra oggi è questo: l'antagonismo senza rivoluzione e come anarchia diffusa. L'Occidente diviene così il nemico da combattere senza mai pensare di abbatterlo, perché proprio nella sua esistenza costituisce una identità antagonista. Non è un caso che questa cultura abbia scelto, di fatto, la resa al terrorismo islamico con una motivazione culturale; lo ha fatto definendo l'intervento della coalizione dei volontari in Irak come una «occupazione», e quindi giustificando come resistenza legittima la guerriglia che usa il terrorismo. Di qui l'idea che portare via le truppe dall'Irak sia una soluzione, anche se essa rischia di precipitare nel caos non solo l'Irak, ma anche tutto il mondo arabo, dando infine giustificazione al terrorismo in Europa.
Chiamare le truppe italiane in Irak «truppe di occupazione» e annunciarne il ritiro, da parte del leader della coalizione che oggi sembrerebbe avere la maggioranza nei sondaggi, implica la creazione di quella divisione nazionale che in Spagna è stata la premessa della strage terroristica dell'11 maggio.
Il terrorista islamico è occidentale anche se ha origine araba, conosce ogni piega dell'animo europeo e si insinua nelle sue contraddizioni culturali e politiche. Gli italiani vanno verso le elezioni del 2006 con una opposizione che ha le carte per diventare maggioranza sul piano dei consensi, almeno così pare, ma in cui l'ispirazione culturale è determinata dall'antagonismo all'Occidente.
Gli altri componenti della coalizione di sinistra hanno cercato di correggere Prodi, prefigurando l'inesistente scenario dell'intervento delle Nazioni Unite in Irak. Siccome questa possibilità non esiste, anche i cosiddetti riformisti e i «margheriti» hanno accettato la scelta antioccidentale del loro leader.


bagetbozzo@ragionpolitica.it

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