Il ritorno dei Liberali «Con Biasotti per liberare Genova»

Nel programma dei sette in corsa fra gli arancioni la riduzione «dell’odiosa Ici»: «Basta col “regime” che governa da 35 anni»

Il ritorno dei Liberali  «Con Biasotti per liberare Genova»

Quando la maglia arancione chiama, i liberali rispondono presente. Se poi la convocazione arriva da mister Biasotti, tanto meglio. Palla al centro e tutti in campo: Enrico Astuni, Massimo Alfieri, Beppe Damasio, Pino Brizzolara, Gianni Dello Russo, Merina Mora, Claudio Canepa sono i sette candidati liberali che senza lo storico simbolo del Pli hanno deciso di ributtarsi nella mischia, sventolando il vessillo orange della Lista Biasotti. «Accordo lampo - ha spiegato l'ex presidente della Regione - perché condividiamo il pensiero liberale in una città in cui di liberale c'è poco». La squadra si è presentata al suo (calorosissimo) pubblico venerdì scorso nei locali dello Squash club dei bagni Benvenuto in corso Italia che hanno fatto registrare il tutto esaurito, manco fosse Ferragosto.
Atmosfera calda al «Liberal day», fortemente voluto dal regista della nazionale arancione: Beppe Damasio, già consigliere di circoscrizione nel Medio-Levante, ora di nuovo in pista per il municipio che raggruppa Albaro, Foce, San Martino. Non è stato solo un «incontro tra amici», ma una vera e propria dichiarazione di fede liberale quella fatta sotto gli occhi di Enrico Musso e Renata Oliveri, i due candidati della Casa delle libertà alle cariche di sindaco e presidente della Provincia. Un bagno di folla al quale non poteva certo mancare l'onorevole Alfredo Biondi, «che era liberale ancora prima di Einaudi», è l'omaggio tra il serio e il faceto di Massimiliano Lussana, caporedattore dell'edizione ligure de il Giornale.
Perché con Biasotti? «Abbiamo trovato nella sua lista - spiega Damasio - una casa nella quale rivendicare quell'autonomia e quel modo di fare politica che piace a noi, cioè con entusiasmo e signorilità. Per questo abbiamo deciso di offrire il nostro contributo a un movimento, di cui condividiamo il taglio ideologico e culturale». Ancora più chiaro Enrico Astuni, l'unico tra i liberali di Sandro Biasotti a correre per il consiglio comunale. «Siamo di nuovo riuniti per passare dal mugugno ad una più costruttiva azione che possa risolvere i problemi della Provincia, della città e dei quartieri in cui viviamo». Parola d'ordine: invitare i genovesi a un voto non di fede o abitudine, ma «razionale contro chi ci ha sgovernato per 35 anni portando Genova nelle condizioni in cui si trova». E nel manifesto liberale, insieme ai riferimenti programmatici agli ideali per lo sviluppo del lavoro e delle imprese locali, per la sicurezza e la qualità della vita, trova spazio anche la proposta di ridurre «l'odiosa Ici e altri balzelli». Ma la battuta più azzeccata della convention esce dalla bocca di Pino Brizzolara, anima dei riformatori liberali, in corsa con la lista Biasotti per il municipio II Centro Ovest. «Oltre a Genova liberale spero che tra una decina di giorni potremo festeggiare anche Genova liberata, buttando giù il regime social-democratico di questa città». Brizzolara guarda oltre e pensa concretamente a quel «grande e unico partito del centro destra che dovrà essere il partito delle libertà». Una dichiarazione d'impegno che sono pronti a firmare anche gli altri candidati: il notaio Claudio Canepa (collegio provinciale di Castelletto), Massimo Alfieri (municipio IX Levante), Gianni Dello Russo (municipio III bassa val Bisagno) e Merina Mora (municipio I centro Est). Certo, per espugnare il fortino rosso della sinistra, non basteranno fair-play e signorilità.
Lo sa bene Beppe Damasio che contro la logica del potere e dei priviliegi invita Enrico Musso e Renata Oliveri a «usare la sciabola per smascherare le bugie di chi dice che a Genova non esiste degrado ed è solo una sensazione percepita dai cittadini». L'assist viene immediatamente raccolto da Sandro Biasotti, torrenziale e tagliente come sempre: «Oggi se si vuole fare impresa in questa città bisogna essere succubi di certe logiche, mentre a Bologna e a Livorno, dove ho lavorato e che non sono meno rosse di Genova, hanno un'idea d'intraprendere veramente liberale». L'ex governatore tira poi la volata a Renata Oliveri: «Sono convinto che tu diventerai il nostro presidente della Provincia... in attesa di un altro presidente». Ogni riferimento a Claudio Burlando e al suo (barbuto?) successore non è puramente casuale.

La spinta a Enrico Musso nella corsa per palazzo Tursi arriva, invece, da Alfredo Biondi: «Ho già portato fortuna una volta a Biasotti, invitandolo a scendere in campo per le regionali, ora voglio portar bene anche te». Musso, «liberale da sempre», ringrazia e fa i debiti scongiuri.

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