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Rivolta dei senza terra contro il presidente Lula

da San Paolo

I «senza terra» si rivoltano contro Lula. Mai fino ad ora era stato organizzato dal Movimento Sem Terra (Mst) un «aprile rosso» così violento, con tante occupazioni di terre ed edifici pubblici in tutto il Brasile, per dire basta alle promesse non mantenute dal «presidente operaio» Luiz Inacio Lula da Silva. I braccianti senza terra brasiliani avevano chiesto quattro anni fa a Lula, all’inizio del suo primo mandato, l’esproprio di proprietà per sistemare un milione di famiglie allo sbando, accampate sotto le tipiche tende di plastica nera a tutti gli angoli del Paese. Lula aveva promesso una riforma agraria di grandi proporzioni. Ma adesso il governo, dopo aver installato in colonie agricole confiscate ai latifondisti solo 86mila famiglie su un obiettivo di 415mila, a detta degli stessi braccianti non è più credibile. In più il presidente di sinistra, all’esordio del suo secondo mandato, è determinato a sostenere i biocombustibili, il che porta alla concentrazione della terra nelle mani di pochi, per la logica stessa della produzione della canna da zucchero, fonte prima dell’etanolo.

L’esatto contrario delle attese dei sem terra.

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