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Rivoluzione rossa contro Prodi Mastella: no alla sinistra in piazza

Prodi si dice tranquillo e parte per le vacanze in auto ma il clima nel governo resta infuocato. I ministri comunisti rispondono picche al diktat di Mastella di non scendere in piazza per il welfare: "Noi pensiamo ai lavoratori, tu al Vaticano". E Manifesto e Liberazione litigano con il portavoce del premier Sircana: "Vuol dettarci la linea". Prodi e Bertinotti divisi anche sui libri per le vacanze

Rivoluzione rossa contro Prodi 
Mastella: no alla sinistra in piazza

da Roma

E due. Dopo la polemica di giovedì scorso tra Romano Prodi e i direttori di Manifesto e Liberazione, ieri è stato il portavoce del premier Silvio Sircana a riaprire la querelle con una lettera ai «cari direttori» dei due quotidiani della sinistra radicale. Mentre nel pieno rispetto della tradizione inaugurata ai tempi del Family day, ancora una volta il governo non perde l’occasione di spaccarsi sulla piazza. Con la sinistra radicale a lanciare la manifestazione su welfare e pensioni in programma il 20 ottobre, il Guardasigilli Clemente Mastella a invitare i suoi colleghi a restare a casa e il ministro per la Solidarietà sociale Paolo Ferrero a rispondergli che è «più sensibile ai richiami vaticani e chi ai bisogni di precari e dei lavoratori».
Ma andiamo con ordine. Nella serata di venerdì a Manifesto e Liberazione arriva la missiva di rimostranze di Sircana. Con il primo che sceglie una linea di basso profilo e la relega nella parte bassa di pagina 2, dove vengono ospitate le lettere. E il secondo che le riserva invece il fogliettone della prima pagina, con titolazione volutamente polemica («Sircana ci scrive lamentandosi per come facciamo il giornale») e risposta piuttosto piccata. Insomma, a raggiungere i livelli impareggiabili di quella che è passata alle cronache come Casa Pannella (la parodia di Casa Vianello, con protagonisti dello scontro il leader radicale e Daniele Capezzone) poco ci manca.
Ma andiamo con ordine. Nella mattinata di giovedì, Sircana contatta telefonicamente Piero Sansonetti e Gabriele Polo, rispettivamente direttori di Liberazione e Manifesto. E gli annuncia l’intenzione di Prodi di inviare una lettera ai due quotidiani per fare chiarezza sul «lavoro fatto» in tema di welfare. Da qui, però, le versioni dei protagonisti divergono, dando vita al piccolo giallo che ieri Sircana ha contribuito a rilanciare. La lettera aperta del premier, infatti, non uscirà mai, ma sarà pubblicata nella sera di giovedì sul sito personale del premier. Secondo Palazzo Chigi perché Sansonetti e Polo avevano accettato inizialmente di pubblicare la lettera per poi tornare sui loro passi. Ma i due direttori definiscono la decisione di Prodi un gesto «arrogante» e «autoritario» e spiegano che a Sircana era stato fatto subito presente che l’indomani entrambi i quotidiani avrebbero pubblicato l’appello per una manifestazione d’autunno di tutta la sinistra proprio per protestare contro le politiche economiche e sociali del governo. Insomma, Sansonetti e Polo avrebbero chiesto a Prodi di aspettare 24 ore.
Ieri la seconda puntata. Con la missiva ai «cari direttori» a firma di Sircana. Che si rivolge a Sansonetti e Polo per osservare che «entrambi criticate in modo piuttosto duro la scelta - comunicatavi, e sottolineo comunicatavi - di considerare la lettera aperta a Prodi un importante appello verso il popolo della sinistra». Poi la parte più polemica, perché Sircana ci tiene a sottolineare come né sul Manifesto né su Liberazione «appaia una sola riga sui quattro progetti per la famiglia presentati da Rosy Bindi, sull’iniziativa per i “guidatori designati” contro le stragi sulle strade o sul patto sulla ricerca firmato da Mussi e Padoa Schioppa». Su Liberazione, la replica è nel corsivo non firmato che segue la lettera. Ed è durissima. «Per evitare in futuro omissioni nel doveroso impegno di omaggio al governo - si legge sul quotidiano del Prc - la cosa migliore è che la mattina si faccia una telefonata all’ufficio stampa di Palazzo Chigi o direttamente a Sircana in modo da poter ricevere per tempo le apposite direttive». Nessuna risposta diretta, invece, sul Manifesto. Dove in prima pagina campeggia però l’editoriale di Rossana Rossanda dal titolo Note al presidente. Una sorta di j’accuse a Prodi nel quale si sottolinea il disagio delle classi meno abbienti verso il governo e si accusa il premier di voler «logorare le sinistre popolari».
E che la questione welfare agiti le acque della maggioranza lo conferma un altro scambio polemico. Motivo del contendere proprio la manifestazione contro il precariato del 20 ottobre. Mastella, infatti, invita i suoi colleghi a non partecipare perché, dice il Guardasigilli, la piazza «spiazzerebbe l’opinione pubblica».

Replica il ministro del Prc Ferrero: Mastella farebbe bene a «evitare torni da scomunica», eppoi «è strano» che «dopo aver partecipato al Family day, convocato contro una legge approvata dal governo, inviti altri ministri a non scendere in piazza».

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